Costi crescenti delle materie prime e dell’energia stanno mettendo in seria difficoltà le imprese del settore panificazione anche in Provincia di Cuneo: molti sono i panifici, i pasticceri e i pastai artigiani che non riescono più a far fronte ai rincari di questi ultimi giorni. Solo nella città di Cuneo, negli ultimi mesi già, tre panetterie hanno chiuso le loro attività, così come in alcuni paesi della Langa e delle zone montane.
Difficile continuare attività imprenditoriali basate storicamente su legami famigliari oppure su trasferimenti di titolarità che tradizionalmente avvenivano a livello comunale. Negli ultimi anni questa situazione si è aggravata prima a causa della pandemia ed ora dalle dinamiche speculative sulle materie prime degli ultimi tempi che stanno dando un colpo mortale alla grave situazione del comparto.
“Il nostro territorio – spiega il presidente dell’Associazione Autonoma Panificatori cuneesi Piero Rigucci – è uno di quelli che ha avuto un rapporto panetterie-abitanti tra i più alti d’Italia e si impegna per non perdere questa eccellenza, anzi: anche se si sta riducendo la quota procapite di consumo giornaliero, la scelta portata avanti dalle imprese in questi ultimi anni mira sempre più a contrastare la cultura della globalizzazione dei prodotti industriali. Siamo consapevoli che è in corso un processo di modificazione delle abitudini dei consumatori a colpi di pubblicità e fake news, ma la nostra è una battaglia, difficile e forse disperata, per tutelare produttori e consumatori con le sole armi che abbiamo a disposizione: l’eccellenza del metodo tradizionale di panificazione riconosciuto dai consumatori e dai turisti che scoprono il nostro territorio, l’utilizzo di materie prime di alta qualità e, non dimentichiamo i nostri artigiani che nei propri laboratori non inseguono solo le soddisfazioni economiche ma anche quelle personali e professionali”.
“Da mesi assistiamo a aumenti ingiustificati delle farine; – dichiara Mauro Carlevaris, presidente di Cna Cuneo – senza azioni decise del Governo, al di là delle preoccupazioni espresse genericamente dalla Politica, si rischierà di aggravare una tradizione che vede l’Italia ai vertici della produzione tradizionale riconducibile all’arte bianca. Il drammatico conflitto tra Russia ed Ucraina, sta riversando grande preoccupazione per il timore di restare sprovvisti delle materie prime che arrivano dal cosiddetto “Granaio del mondo”: nei prossimi mesi probabilmente ne arriverà meno da quella zona ma non dimentichiamo che l’Italia importa materie prime anche da altri nazioni e le bolle speculative a cui assistiamo in questi ultimi giorni rischiano di mettere in grande difficoltà i panificatori artigiani, per lo più a conduzione familiare, che soffrono maggiormente le oscillazioni del mercato, dei trasporti e dell’offerta energetica”.
Oltre al costo della farina, è quello dell’energia che incide pesantemente sui forni: la maggior parte delle imprese – continuano le Associazioni dei panificatori cuneesi – lavora ormai con forni elettrici e la stangata degli ultimi mesi sta mettendo in ginocchio gli artigiani del settore. Il crollo di panifici artigiani in provincia di Cuneo negli ultimi decenni è sotto gli occhi di tutti, con un crollo di quasi il 60%; accettiamo la selezione naturale del mercato basata sulla tradizione, sulla ricerca e sulla qualità dei prodotti e delle materie prime, un’altra cosa è però la moria di imprese dovuta a fattori esterni al mercato come le speculazioni, le negative dinamiche causate dai conflitti internazionali nonché la concorrenza strumentale.
c.s.