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Il governatore del Piemonte: «Ciascuno può dare un contributo importante»

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A seguire da vicino l’accoglienza dei profughi ucraini ospitati in Piemonte c’è il presidente della Regione Alberto Cirio che, tra le altre cose, si è occupato personalmente di trasportare in aereo in Italia alcuni bambini ucraini malati di tumore. Di recente, si è recato anche a salutare quelli accolti a La Morra.

Cirio, cos’ha provato incontrando que­sti bambini?
«Commozione ed emo­zio­ni decisamente forti, come quelle che ho vissuto nel viaggio in aereo con i bambini ucraini malati di tumore che abbiamo portato in salvo e che ora sono curati presso gli ospedali del Piemonte. I bambini che sono ospitati a La Morra, invece, stanno fortunatamente bene dal punto di vista della salute. Sono orgoglioso del fatto che siano stati accolti in una bella struttura della nostra ricca Langa del Barolo, anche grazie al supporto della Juventus: in qualsiasi contesto, dobbiamo mettere a disposizione di tutti le fortune che abbiamo. Si tratta di una regola che è bene tenere sempre a mente. Ce lo ha insegnato il Covid negli ultimi due anni e ce lo sta confermando ora, purtroppo, la guerra… I gesti di solidarietà sono messaggi bellissimi che rimarcano come ciascuno possa giocare un ruolo importante nella gestione delle emergenze».

La Regione sta gestendo l’emergenza su più fronti.

«Abbiamo attivato un coordinamento per l’emergenza profughi e ho delegato l’assessore Gabusi a seguire direttamente il tema; lavoriamo in stretto contatto con Prefetture, Sindaci, Presidenti di Provincia, scuole. L’obiettivo, specialmente nel caso di bambini e ragazzi, è assicurare loro tutto il supporto psicologico del caso, così come l’assistenza socio-sanitaria necessaria. Sul fronte didattico, stiamo collaborando con l’Ufficio Scolastico Regionale in modo da fornire tutte le indicazioni affinché le singole scuole piemontesi possano accogliere in classe questi ragazzi. Insomma, il Piemonte sta riservando a queste persone in difficoltà un sentito e affettuoso abbraccio».

Chi può contribuire?
«Ogni piemontese, in diverse forme. Siamo fortemente impegnati affinché possano emergere le situazioni di ospitalità famigliare. Chi accoglie profughi ucraini è tenuto a darne notizia a Carabinieri o Polizia. L’Asl si occuperà di svolgere le attività legate all’emergenza Covid. La Regione, peraltro, riuscirà a sostenere economicamente chi si è fatto carico delle famiglie ucraine».

Avete già fissato una cronotabella di interventi?
«Non sappiamo quanto durerà questa situazione. Ci auguriamo duri il me­no possibile, soprattutto per i profughi ucraini: la fine dell’emergenza significherebbe che la guerra è stata fermata».