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«Nella mia professione servono logica ed etica»

Alessandro Lupo risolve problemi di privati e aziende con massima riservatezza e competenza

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Lupo Investigazioni è una solida realtà, cresciuta in questi anni grazie ad una forte specializzazione, iniziata nel 1987 e oggi portata avanti con determinazione e grande professionalità da Alessandro Lupo, che la nostra Rivista IDEA ha intervistato.

Signor Alessandro, come è maturato in lei il desiderio di diventare investigatore?
«Io sono un figlio d’arte, diciamo così, e questo nella mia professione come un po’ nella vita, vuol dire essere giudicato con maggiore attenzione rispetto agli altri. Ecco perché ho deciso di mettermi alla prova e dimostrare con dedizione la passione per questo mestiere. Un amore coltivato fin da ragazzino, maturato accompagnando mio papà quando avevo 15/16 anni… Quando ero piccolo ricordo che c’era sempre uno sceneggiato che si chiamava “Detective padre&figlio”, una miniserie americana… Io guardandola in tivù dicevo sempre che avrei voluto fare la stessa cosa… ».

Poi però a questo innato spirito investigativo si è affiancata una forte specializzazione e preparazione tecnica, vero?
«Esatto. Dal 2001 sono titolare di licenza investigativa, ho seguito i principali corsi di specializzazione della Federpol, e, dopo aver conseguito una laurea in Security Management alla Cattolica di Milano, oltre a coordinare tutte le attività della mia agenzia ho continuato nella specializzazione frequentando avanzati corsi di aggiornamento e seminari affinché la mia preparazione, e conseguentemente quella di tutta l’agenzia siano allineate alle nuove tecnologie e alle normative di riferimento, indispensabili per un corretto uso degli strumenti e delle applicazioni. Dopo il 2010 la normativa che regola gli Istituti di Investigazione Privata è notevolmente cambiata, tanto che si è registrato un -48% di agenzie investigative in Italia. Per noi cosa è cambiato? Che, mentre vent’anni fa le indagini riguardavano un 70% di privati e un 30% di aziende, oggi la percentuale si è ribaltata. Questo ha fatto sì che ci fosse innanzitutto una preparazione diversa: lo studio, il confronto con gli studi legali specializzati, il doversi sempre in continuazione aggiornare circa le modalità hanno fatto sì che ci siamo specializzati soprattutto nel mondo aziendale. Dal 2015 sono Security Advisor di una primaria Casa di Moda milanese e dal 2017 consulente di un’importante azienda della GDO sempre di Milano. Gli eventi più importanti degli ultimi anni che mi hanno aiutato a crescere professionalmente credo siano state le indagini condotte nel 2013 per conto di un gruppo petrolifero a Roma, nel 2018 sempre a Roma nella difesa di un personaggio Isti­tuzionale e nel 2020 per il licenziamento di un dipendente di un gruppo commerciale italiano, innanzi il Tribunale del Lavoro di Firenze il nostro cliente ha ottenuto un importantissimo successo; tutte queste vicende hanno avuto eco sui maggiori quotidiani nazionali. Dal 2013 siamo presenti anche su Roma e Milano, con un ufficio in via del Gazometro 50 e uno in via Galleria Unione 3».

Quali i servizi che mettete in campo signor Alessandro?

«Ogni problema di un cliente, diventa il nostro. Siamo consapevoli della possibilità che nella vita di una persona o di un’azienda possano presentarsi difficoltà assolutamente impreviste e, proprio per questo, di complicata soluzione, essendo il soggetto probabilmente impreparato ad affrontarli. Ecco perché la nostra esperienza, unitamente alla specifica expertise dei professionisti di cui la nostra società si avvale, rappresenta davvero la via migliore per trovare soluzione concreta a qualsiasi necessità. Fonda­mentale è una accurata preparazione per raccogliere prove che possano essere portate in tribunale nel corso di un giudizio, o per la raccolta di informazioni presso terzi, non vanno trascurati nemmeno i più piccoli particolari. Purtroppo, non tutti sanno che è imprescindibile avere delle autorizzazioni e dei requisiti ben precisi fin dall’inizio di una attività investigativa, e molto spesso certe sentenze non arrivano dove si sarebbe voluto proprio perché mancavano prove acquisite correttamente. Inoltre, anche la licenza apposita per l’investigazione penale che possiede la mia società può tornare utile in determinati casi dove non tutti potrebbero arrivare. Attualmente nella nostra agenzia sono presenti quattro divisioni, la divisione investigativa, la divisione informazioni e intelligence, la divisione tecnologica e la divisione Security. Sul fronte specifico dei servizi a tutela del business siamo specializzati in attività di corporate intelligence, attività di investigazione anti-assenteismo finalizzata a contrastare i fenomeni fraudolenti di false situazioni di mutua o infortunio, attività di fraud prevention e supporto all’implementazione di controlli interni ed esterni, attività di bonifica elettronica rivolte a ostacolare il fenomeno dello spionaggio industriale, concorrenza sleale, tutela di marchi commerciali e brevetti industriali ed infine, attività di security e consulenza per indagini ed informazioni economiche internazionali. Nell’ambito dei servizi di investigazione aziendale operiamo per tutelare i beni, il know-how, la reputazione e l’immagine del cliente».

È corretto ribadire che nessuna azienda può ritenersi al riparo da attività fraudolente?
«Non esistono imprese invulnerabili, perciò valorizziamo il concetto di sicurezza offrendo alle aziende una serie di servizi che permettano di tutelarsi di fronte a episodi di natura criminosa o che possano comunque danneggiare o intralciare la vita di un’attività. La sentenza della Corte Europea per i diritti dell’uomo, sez V, del 5 ottobre 2010 n. 420, dimostra che le investigazioni anche private effettuate a norma di legge, sono sempre ammissibili e utilmente utilizzabili allo scopo di tutelare il diritto del datore di lavoro volto alla salvaguardia della sua identità patrimoniale».

Quanto la tecnologia ha contaminato la vostra attività?
«Moltissimo. Negli anni abbiamo implementato la divisione tecnologica investendo in attrezzatture all’avanguardia per le attività di controspionaggio elettronico e nella formazione dei nostri collaboratori. Per quanto riguarda le attività delle cosiddette “bonifiche elettroniche” siamo in possesso anche di rilevatori di giunzioni non lineari, che permettono di individuare anche tutte quelle microspie “dormienti” o spente.

Inoltre ci siamo specializzati in una serie di servizi di web intelligence legati a web Research, web listening e web monitoring, termini con i quali si indica un’azione di ricerca o sondaggio d’opinione che consiste nell’ascolto o monitoraggio del web. Con la crescita esplosiva delle comunicazioni su Internet e l’enorme volume di dati digitali prodotti dagli utilizzatori della rete, la cosiddetta Open Source Intelligence (Osint) è diventata una necessità per diverse organizzazioni. Ad esempio dipartimenti governativi, organizzazioni e società commerciali che stanno iniziando a fare affidamento in larga misura ad attività di Osint piuttosto che affidarsi alla raccolta di informazioni private e classificate, per motivi di sicurezza o indagine di mercato. Questo servizio è molto richiesto dalle aziende che sono consapevoli che l’informazione è potere e dunque utilizzano le fonti Osint per indagare su nuovi mercati, monitorare le attività dei concorrenti, pianificare attività di marketing e prevedere qualsiasi cosa possa influire sulle loro operazioni attuali e sulla crescita futura. Siamo inoltre specializzati in attività di indagine sui social media (Socmint), attraverso la quale è possibile monitorare reti e canali sociali per identificare profili, relazioni, organizzazioni e tracciare reti di conoscenze che permettano di costruire un diagramma del contesto in analisi. Tramite la Social Media Intelligence è possibile reperire informazioni utili al ciclo di intelligence tramite il monitoraggio e l’analisi dei contenuti scambiati attraverso i Social Media».

Nella sua lunga esperienza le è mai capitato di dover dire no a qualche richiesta?

«Il problema è che, avendo un’attività in cui il cliente ha le richieste più disparate, alcuni casi non possono essere affrontati, alcune tipologie di richieste non possono essere affrontate, perché magari non di nostra professionale competenza. Il nostro è un lavoro di investigazione, di costruzione, perché come in un puzzle, dobbiamo incastrare i mattoncini l’uno sull’altro. Sicuramente alcune persone sono un pochino fuorviate dalle serie tv in cui nell’ora dell’episodio si concentra un’indagine… In verità il nostro è un lavoro più meticoloso che richiede moltissima pazienza, capacità di percepire sfumature e dettagli. Il nostro lavoro è soprattutto frutto di ragionamento a cui non può e deve mancare esperienza legata ai casi precedentemente affrontati».

Per concludere, signor Ales­sandro c’è una regola, un principio che lei ritiene fondamentale, per chi fa il suo mestiere?
«L’etica. Decido di assumere l’incarico investigativo quando ritengo di poter essere utile al mio cliente. Non mi presto a facili guadagni. Quello che mi affascina di più del mio lavoro è la ricerca della verità che cerco di esprimere attraverso una nitida fotografia della situazione. Un’immagine chiara che talvolta neanche il cliente ha di quello che sta succedendo, oppure della situazione che vuole andare a scoprire… ».

BaNNER
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