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Sanfront, nuova certificazione ambientale per Cobola Falegnameria

Con l’Epd (Environmental Product Declaration) i serramenti sono punto di riferimento per la bioedilizia

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La Cobola Falegnameria di Sanfront, storica azienda produttrice di serramenti in legno e legno-alluminio, è la prima nel suo settore ad avere ottenuto – dopo quattro anni di studio di prodotti e processi portato avanti in collaborazione con l’Envinronment Park di Torino – la dichiarazione ambientale di prodotto, un’etichetta che descrive gli impatti ambientali legati alla fabbricazione di uno specifico prodotto o servizio.

In pratica, l’EPD, acronimo di “Environmental Product Declaration”, certifica i prodotti dell’azienda che, nei suoi processi produttivi, riduce i consumi energetici, l’uso di sostanze nocive, la quantità di rifiuti, le emissioni in atmosfera. In estrema sintesi, è la certificazione di sostenibilità che può essere assegnata a un’impresa secondo le nuove normative europee.

«Abbiamo potuto marchiare sei linee di finestre con questa attestazione da fine 2021», spiega Giuliano Decostanzi, che ha seguito tutto l’iter certificativo. «Di fatto, siamo stati degli apripista su questo fronte nel settore della bioarchitettura».

I tempi per il rilascio di questa speciale etichetta sono stati lunghi perché sono stati analizzati tutti gli ambiti previsti dal protocollo Lca (Life Cycle Assessment), cioè tutti i passaggi necessari alla realizzazione di diversi prodotti che escono dalla fabbrica.

«Si tratta di un’indagine che va oltre l’aspetto puramente energetico – riprende Decostanzi -. L’Unione Europea, infatti, ha emanato nuove direttive secondo le quali ogni prodotto deve rispettare determinati requisiti ambientali non solo una volta immesso sul mercato, ma durante tutto il suo ciclo di vita, prima e dopo la vendita».

In pratica, in base alla categoria merceologica, vengono presi in considerazione il consumo di risorse (materiali, acqua, energia) necessarie a realizzare l’oggetto e l’impatto di questo sull’ambiente sia durante il suo utilizzo (eventuali rilasci di sostanze) sia quando sarà necessario smaltirlo. Ancora Decostanzi: «Anche in questo caso, la possibilità di riciclare il materiale o di smaltirlo nel modo meno impattante possibile sono determinanti nella valutazione finale, quella che stabilisce se l’azienda possa ottenere la certificazione Epd o ne venga esclusa».

Aver lavorato prima per ottenerla e potersene fregiare ora, conferma l’impegno di Cobola a misurare e ridurre l’impatto ambientale dei suoi prodotti e servizi, riportandolo in modo trasparente. I risultati dall’Epd, infatti, sono presentati in forma sintetica attraverso l’impiego di una serie d’indicatori ambientali, ad esempio la quantità di anidride carbonica emessa per la produzione. Prima di poter essere utilizzata dall’azienda, l’etichetta è sempre soggetta alla verifica da parte di un soggetto terzo indipendente accreditato da organismi di livello superiore nazionale ed internazionale ad eseguire i controlli necessari per convalidare l’Epd e permetterne l’utilizzo.

«Con questa certificazione, l’azienda Cobola si impegna a segnalare dati comparabili, oggettivi e verificati da terze parti che mostrano le reali prestazioni ambientali dei suoi serramenti», precisa Decostanzi. «La linea di finestre per la quale abbiamo ottenuto l’Epd ora sarà paragonabile ad altri prodotti simili e il cliente potrà decidere quali acquistare anche sulla base di questi parametri. Se in Italia questa particolare attestazione al momento non è ancora obbligatoria, tanto che l’azienda può richiederla su base volontaria, risulta invece elemento fondamentale per poter continuare a lavorare in Francia, dove da sempre siamo presenti e dove, dal primo gennaio scorso, le imprese edili possono utilizzare materiali forniti solo da aziende che abbiano ottenuto questa etichetta ambientale».

Tenuto conto di questo costante impegno sul fronte della sostenibilità, i serramenti Cobola con certificazione Epd sono stati scelti come referenti nel comparto edilizio italiano per il progetto di ricerca Life Magis (https://www.lifemagis.eu/), co-finanziato dal programma Life dell’Unione Europea. Questa iniziativa intende rendere riconoscibili sul mercato e valorizzare i prodotti Made in Italy di alta qualità ambientale e con le migliori prestazioni di efficienza energetica, in linea con il marchio “Made Green in Italy”, promosso dal Mite, il Ministero per la Transizione Ecologica.

In realtà, la nuova certificazione non fa altro che confermare la filosofia di lavoro che, da sempre, contraddistingue la falegnameria Cobola si Sanfront. Leader nel settore dei serramenti in legno con i suoi settant’anni di storia, ha sempre applicato altissimi standard qualitativi, offrendo prodotti su misura dal progetto al rilievo delle misure in cantiere, per passare poi alla realizzazione del prodotto e a un accurato collaudo in azienda, prima dell’installazione finale con proprie squadre di posatori.

Il tutto con un obiettivo ben preciso: valorizzare e tutelare il contesto e l’ambiente in cui vengono utilizzati i suoi prodotti. Non a caso, Cobola Falegnameria nei primi anni Duemila ha allineato processi e prodotti ai dettami del protocollo CasaClima, l’agenzia della Provincia Autonoma di Bolzano nata per supportare e promuovere la costruzione di case in bioedilizia e a zero impatto energetico.

Ciò ha portato l’azienda si Sanfront a sviluppare e consolidare un forte konw how in materia, e a fregiarsi di altri marchi e attestati in questo ambito, come il Low Carbon Timber, che certifica la filiera corta, prevedendo l’impiego di legno locale a basso impatto ambientale, tracciato dal luogo di raccolta alla destinazione finale post-produzione. E ancora, ha ottenuto la certificazione dei componenti per case passive Phi e il sigillo “FinestraQualità” CasaClima: attestano che i serramenti Cobola possono essere utilizzati nella realizzazione delle cosiddette “case passive”, un modello innovativo di abitazioni che coniuga ecosostenibilità ed efficienza energetica.

cs