Nelle vallate di confine tra Francia e provincia di Cuneo una delle questioni più sentite – anche se non spesso ottiene l’interesse mediatico che meriterebbe – è quella che riguarda la riapertura del Colle di Tenda, ulteriormente compromesso dalla tempesta Alex dell’ottobre 2020. Secondo la cronotabella “ufficiale” il collegamento dovrebbe tornare in funzione entro l’ottobre 2023, ma i dubbi restano, specie perché le informazioni sull’avanzamento dei lavori non sembrano così tempestive e chiare. È quanto emerso dall’intervista che abbiamo realizzato con il sindaco di Tenda Jean-Pierre Vassallo, il quale ha fatto il punto della situazione in vista della riunione della Conferenza Intergovernativa di domani, venerdì 1° aprile.
Sindaco Vassallo, le aspettative in vista dell’incontro della Conferenza?
«Verrà illustrata l’ultima soluzione individuata dai professionisti per costruire il ponte sulla voragine che si è creata all’uscita del tunnel, in territorio francese».
Cosa ci può dire?
«Purtroppo, non ho ancora anticipazioni (l’intervista è stata realizzata domenica 27 marzo, nda). L’auspicio è che la proposta progettuale sia efficace e che metta tutti d’accordo. Non si può rischiare di attendere la prossima riunione della Conferenza, che sarà tra sei mesi…».
Come procedono, invece, i lavori per lo scavo del tunnel?
«Gli aggiornamenti puntuali scarseggiano. Ci sarebbe bisogno di un’informativa ufficiale almeno ogni quindici giorni…».
Le ultime notizie a disposizione?
«Qualche tempo fa avevamo saputo che andavano perforati ancora 1,2 chilometri e che gli scavi stavano procedendo di circa 1,5 metri al giorno, una “misura” decisamente inferiore rispetto ai 4 metri al giorno ipotizzati dal cronoprogramma che fissa la fine dei lavori a ottobre 2023».
Cosa pensano i cittadini?
«La gente chiede notizie in Municipio. È stufa… Da oltre dieci anni circolano date e scadenze e poi, puntualmente, per un motivo o per l’altro, si verificano intoppi».
Quindi?
«Adesso non si può più indugiare: bisogna riaprire il tunnel. Serve determinazione da parte di tutti. Noi, a livello locale, in nemmeno due anni abbiamo sistemato oltre 47 chilometri di strade alluvionate… Prendendo in considerazione infrastrutture più imponenti, in nemmeno di 10 anni è stato costruito il tunnel della Manica, che misura oltre 50 chilometri. Oppure, guardando all’Italia, pensiamo a cosa è stato fatto a Genova per la ricostruzione del Ponte Morandi. Insomma, le cose si possono fare, basta volerle per davvero».
Nel frattempo, ci si affida alle navette…
«L’Italia ci ha fatto un regalo enorme attivando il servizio di navette, andata e ritorno, tra Tenda e Limone. Ci ha salvato la stagione e non solo…».
Prego, prosegua.
«Grazie a questo servizio le scuole di sci delle nostre vallate hanno potuto continuare a utilizzare le piste di Limone e, quindi, portare avanti la propria attività. Anche chi è impiegato presso il Museo delle Meraviglie è riuscito a raggiungere il posto di lavoro. Stesso discorso per i professionisti che operano nell’ospedale di Tenda. Sono circa una quarantina gli addetti sanitari che si spostano lungo questo tragitto… Avremmo rischiato di dover chiudere un’ala intera del nostro presidio ospedaliero».
Quali le prospettive?
«Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi, in un incontro con i rappresentanti italiani e francesi delle Regioni, delle Province e dei Comuni interessati. Si sta valutando la possibilità di eliminare due navette che coprono la tratta Tenda-Limone per poter aggiungere un paio di treni tra Cuneo e Ventimiglia. Lavoriamo uniti pure per migliorare i collegamenti ferroviari…».
Con la provincia di Cuneo vi sentite un tutt’uno?
«Siamo abituati a vivere assieme all’Italia. Senza il collegamento con Cuneo noi siamo paralizzati. C’è gente della zona di Tenda che si reca a Limone o a Vernante anche solo per un pranzo, e poi torna in Francia. Lo stesso vale per chi vive a Nizza, a Monaco, a Mentone…».
C’è un collegamento che va oltre quello della viabilità.
«Il rapporto con la provincia di Cuneo è di carattere economico, turistico, ma non solo. I nostri imprenditori, gli artigiani e i commercianti fanno da sempre riferimento alla provincia di Cuneo e vogliono continuare a farlo. E, aggiungo, italiani e francesi, in quest’area, si sentono parte di un’unica regione».
In che modo lei sostiene questo legame?
«Alimentando tutti i progetti possibili che riguardano i nostri territori e quelli della provincia di Cuneo. Pensi che il 1° aprile saranno qui i rappresentanti dell’Atl del Cuneese, ente con il quale dialoghiamo e collaboriamo parecchio, proprio come facciamo con il Comune di Limone e altri enti locali».
Insomma, l’unione fa la forza…
«L’area che da Mentone arriva a Cuneo è un qualcosa di unico. Abbiamo la testa coperta di neve e i piedi nel mare… Qui si può praticare ogni tipo di sport all’aria aperta, si può vivere a stretto contatto con la natura, ci sono tante eccellenze. Le potenzialità sono enormi. Dobbiamo prenderne tutti consapevolezza e lavorare insieme per valorizzarle».