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L’opinione di Marcello Messori

«Gazprom doveva già cambiare l’80% dei pagamenti. Si tratta di un atto dimostrativo per far emergere la dipendenza ue dalle forniture di gas russo»

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IL FATTO
Putin ha annunciato che la Russia d’ora in poi pretenderà il pagamento delle forniture di gas in Rubli. Quali sono le conseguenze reali di questa decisione?

Che cosa cambia se la Russia impone che il suo gas sia pagato in rubli? L’economista Marcello Messori, docente alla Luiss di Roma, non ha molti dubbi, stando a quanto dichiarato dalle pagine del giornale Il Fatto Quotidiano: «Gazprom riceveva già i pagamenti in euro o in dollari e doveva cambiare successivamente l’80% della cifra incassata in rubli. Ora si tratterebbe, interpretando la decisione, del 100%. E quindi l’effetto economico non è molto diverso».
E allora la minaccia di Putin potrebbe essere «un atto dimostrativo per fare emergere in modo ancora più eclatante la dipendenza dell’Ue dalle forniture di gas russo. Gli europei, rifiutando, dovrebbero decidere loro di interrompere le forniture». Dice Messori: «Questa richiesta della Russia appare come un sostegno al tasso di cambio del rublo rispetto alle divise forti come dollaro ed euro ma in realtà non ha effetti diversi rispetto al pagamento in quelle divise che veniva fatto finora. L’unica differenza è che comporta una conversione obbligatoria di questi euro o dollari in rubli».
In realtà lo stesso premier Mario Draghi ha spiegato subito come ci sia di mezzo un contratto sottoscritto dalle parti che non può essere modificato. Lo stesso Messori lo sottolinea: «Da economista questa decisione lascia sgomento anche perché si tratta di una violazione contrattuale. Ogni contratto internazionale, soprattutto per quelli a medio e lungo termine, specifica la divisa internazionale che viene utilizzata per il pagamento. Pertanto questa iniziativa unilaterale di cambiare moneta significa – da un punto di vista legale – rigettare il contratto».
E quindi, si interroga Messori: «Perché andare deliberatamente incontro a un contenzioso del genere? Il rischio è che si voglia creare un “casus belli”. Se gli europei rifiuteranno di pagare in rubli allora il contratto non avrà più validità e si prevede uno stop alle forniture di gas. E questa sarebbe un’escalation veramente pesante dal punto di vista economico. Con l’interruzione totale delle forniture di gas e di petrolio per l’Europa, ci sarebbe il rischio di andare in recessione».
A quanto dichiarato dal portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, nei prossimi giorni Gazprom determinerà comunque «gli aspetti tecnici e logistici del pagamento del gas in rubli».
E nel frattempo il capo della commissione per l’energia della Duma, Pavel Zavalniy, ha fatto sapere che Mosca potrebbe accettare versamenti in Bitcoin, mentre Paesi “amici” come Cina e Turchia potranno essere autorizzati a pagare nelle loro valute locali. Gli economisti però si interrogano sulla ratio della mossa di Putin. L’aut aut posto agli importatori occidentali – che si scontra peraltro con il contenuto dei contratti – avrebbe nel medio periodo un impatto abbastanza limitato sulla valuta russa.