IL FATTO
Il 26 agosto 2010 la mamma di Sarah Scazzi denuncia la scomparsa della ragazza, studentessa al secondo anno dell’istituto alberghiero. Un mese dopo, suo zio Michele Misseri trova il cellulare di Sarah e in seguito confessa di averla uccisa dopo un tentato stupro. Il corpo è ritrovato in un pozzo di raccolta delle acque
I PROTAGONISTI
Zio Michele ritratterà quasi subito la confessione e coinvolgerà la figlia Sabrina, affermando che Sarah era morta dopo un tragico gioco tra le due ragazze. Le indagini si concentrano sulla figura di Ivano Russo, cuoco di Avetrana, e su Cosima, madre di Sabrina. Michele però cambia ancora versione e accusa apertamente la figlia
LA CONCLUSIONE
Il processo, aperto nel 2012, vede come imputati Sabrina Misseri (l’accusa è di omicidio volontario), sua madre Cosima (concorso in omicidio) e Michele (soppressione di cadavere). Quest’ultimo in dibattimento ritratterà ancora, accusandosi dell’omicidio. Infine le condanne: ergastolo per Sabrina e Cosima, 8 anni a Michele
IL COMMENTO DEL CRIMINOLOGO
Nelle indagini la cosiddetta confessione della persona indagata di un delitto non deve mai essere considerata la risoluzione del delitto stesso. Per essere valutata attendibile, devono essere concretamente realizzati i necessari riscontri. Dietro una confessione può nascondersi il tentativo di proteggere una persona.
E allora il caso non si può considerare chiuso, ma sono da sviluppare dettagli e particolari, proprio come è avvenuto in questa particolare situazione