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L’opinione di Andrea Costa

«Occorre ricordare che questo risultato è stato reso possibile da chi ha aderito alla campagna vaccinale. Dobbiamo dire grazie a questi cittadini»

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IL FATTO
Green pass addio: aprile segna la svolta e a maggio il “lasciapassare” potrebbe essere cancellato
definitivamente. Ma sarà davvero così? Siamo usciti dalla pandemia?

Il green pass non ha più il valore di prima. Da venerdì scorso chi non è vaccinato non ha più bisogno nemmeno della certificazione base (quella rilasciata a seguito di esito tampone negativo) per accedere in uffici pubblici, banche e poste; negozi; parrucchieri, barbieri e saloni di bellezza; hotel e strutture ricettive (compresi i ristoranti al loro interno); musei, mostre e biblioteche; parchi divertimento, piscine all’aperto e impianti sportivi dove si praticano attività all’aperto; bar, ristoranti e locali all’aperto per consumazione al tavolo.
E tra un mese, dopo questo periodo “di prova”, il famigerato lasciapassare verde potrebbe perdere del tutto la sua efficacia.

«Dobbiamo dire con forza che oggi non siamo di fronte alla riapertura del Paese. Per la maggioranza responsabile dei nostri concittadini che si è vaccinata, era già aperto e senza restrizioni. Si tratta piuttosto di permettere anche a coloro che irresponsabilmente non si sono vaccinati di tornare a svolgere una serie di attività, nell’ottica di un ritorno graduale alla normalità. Occorre ricordare che questo risultato è stato reso possibile non per il loro comportamento ma grazie a quello di chi ha aderito alla campagna vaccinale. Se siamo in una nuova fase è a questi ultimi che dobbiamo dire ancora grazie». Lo ha affermato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, come riportato da diverse agenzie.

Costa ha sottolineato: «Fine dell’emergenza non significa fine del virus, che continua a circolare. Per i vaccinati il Paese aveva già riaperto il 26 aprile del 2021, con l’allentamento delle prime restrizioni. Ora il ritorno alla normalità vale per tutti, anche per chi ha rifiutato di ricevere le dosi». Secondo il sottosegretario «non è giusto mettere sullo stesso piano chi si è comportato in modo solidale e chi no. Ma se il ritorno alla normalità non valesse per tutti, non potremmo ritenerlo tale. Sapevamo di dover tener conto della resistenza di uno zoccolo duro anti vaccinista, per fortuna una minoranza».

E comunque si riaprono le porte del lavoro per i non vaccinati costretti di fatto a non ricevere lo stipendio per effetto delle norme introdotte durante l’emergenza. Costa non cambia idea: «Quelle degli insegnanti non vaccinati, che pretendono ora di tornare al loro posto, sono posizioni assurde. Se si fossero vaccinati avrebbero potuto continuare a rimanere al fianco dei bambini. Hanno scelto diversamente e non ho nessuna comprensione nei loro confronti. Sono molto rigido per docenti e operatori sanitari che non si vaccinano, non vedo attenuanti. Cambino mestiere. Per fortuna, ripeto, parliamo di piccole percentuali».

E ora sarà quarta dose? «È un errore di comunicazione. Alla fine perderemo credibilità e la gente penserà che le dosi non servano a nulla, meglio insistere sul concetto di richiamo annuale, come per l’influenza, da programmare in autunno».