Due famiglie che sono diventate una sola, per un annuncio che scuote il mondo: Bruce Willis a 67 anni dà l’addio al cinema perché affetto da afasia, la perdita della capacità di comporre o comprendere il linguaggio. «Con gli straordinari fan, vogliamo condividere che il nostro amato Bruce ha avuto dei problemi di salute e di recente gli è stata diagnosticata una afasia, che ha compromesso le sue abilità cognitive e per questo metterà da parte la sua carriera che significa tanto per lui».
Ancora una volta, l’annuncio della malattia corre sul web, condiviso dagli affetti più profondi, come ha confermato in Italia il caso Fedez. E la notizia che riguarda il futuro dell’attore simbolo del cinema d’azione, l’eroe di “Die Hard”, campione d’incassi e di ironia amato anche da Quentin Tarantino, e che fa tremare i social, arriva con un post della figlia Rumer che contiene una dichiarazione “congiunta” firmata: dalla moglie Emma Heming (43 anni), dall’ex moglie Demi Moore (59) e dai cinque figli: oltre a Rumer, 33 anni, Scout, 30 anni, Tallulah, 28 anni, Mabel, 9 anni e Evelyn, 7 anni.
«È un momento difficile per la nostra famiglia», spiegano tutti insieme «e apprezziamo il vostro amore, la vostra compassione, il vostro sostegno. Stiamo affrontando tutto questo come una famiglia forte e unita e abbiamo deciso di coinvolgere i fan perché sappiamo quanto significhino per lui, e lui per loro». Willis, in questo momento difficile della sua vita ha accanto sette donne: sua moglie, una ex moglie e cinque figlie: Scout, Rumer e Tallulah nate dal matrimonio con Demi Moore, Mabel e Evelyn dalla modella Emma Heming-Willis sposata nel 2009. Tra di loro non ci sono mai stati attriti al punto che l’attore, la moglie, la ex e tutte le rispettive figlie avrebbero addirittura trascorso insieme il lockdown. Ed è proprio la figlia Scout che ha scelto di dedicare al padre un lungo messaggio d’amore dopo le tante dimostrazioni di affetto verso di lui. La ragazza era quasi spaventata perché non sapeva come sarebbe stata accolta dal pubblico la notizia della malattia, ma ne è rimasta piacevolmente colpita: «Non sapevo quale sarebbe stata la reazione, si apre sempre una prospettiva ignota quando si condivide qualcosa di così vulnerabile nel mondo. Avevo sperato in un po’ di amore e compassione, non avrei mai davvero potuto prevedere la profondità e la grandezza dei riconoscimenti che abbiamo ricevuto come famiglia ieri. L’amore, l’energia positiva e le preghiere mandate a mio padre mi hanno colpita profondamente e ancora piango mentre scrivo queste parole».
Il mondo del cinema è ancora segnato dall’annuncio della malattia che ha colpito il grande attore. Sono diverse le testimonianze in cui registi e colleghi affermano che l’attore «da tempo mostrava segnali di declino mentale» tra difficoltà a ricordare le battute, momenti di confusione e un pericoloso incidente sul set. E qualche critico, inconsapevole, era stato impietoso nel giudicare le sue ultime performance. La star di Pulp Fiction avrebbe fatto fatica a ricordare le parole durante le riprese, tanto che la produzione avrebbe trovato un modo per suggerirgli le battute con una sorta di auricolare. Le condizioni di salute della star della saga di “Die Hard” erano state oggetto di nuove voci alcune settimane fa. E fonti ben informate avevano rivelato che le sue battaglie contro la perdita di memoria erano iniziate da molto tempo. Qualcuno dice che abbia inciso l’incidente sul set de “L’ultima alba” che lo ha coinvolto nel 2002. Era stato colpito alla testa da un esplosivo per effetti speciali e già nel 2004 aveva citato in giudizio i Revolution Studios sostenendo di aver subito «gravi danni fisici e mentali». Da non sottovalutare anche l’incidente sul set di “Hard kill” nel 2020. L’attore avrebbe infatti sparato nel momento sbagliato con una pistola di scena caricata a salve (l’attrice Lala Kent, di spalle, avrebbe dovuto ricevere un segnale verbale da Willis che non arrivò). Nessuno per fortuna è rimasto ferito.
Quanto affetto per Bruce Willis fermato dal male
Due famiglie che si uniscono in un unico e potente abbraccio per l’attore colpito da afasia e costretto ad abbandonare le scene