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A Cuneo e Mondovì con GrandArte 2022 mostre aperte anche nelle vacanze di Pasqua

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Le quattro mostre in corso di grandArte 2022 Help, humanity, ecology, liberty, politics rimangono aperte anche nelle vacanze di Pasqua per offrire a cuneesi e turisti una bella occasione culturale. Nelle sedi delle mostre si tengono visite guidate dagli studenti del Liceo artistico Ego Bianchi di Cuneo.

A Cuneo nel Complesso Monumentale di San Francesco rimane visitabile fino al 29 maggio 2022, la mostra del maestro Luigi Mainolfi “Il respiro della terra” a cura di Francesco Poli. Rimane aperta dalle 15,30 alle 18,30 tutti i giorni compresa la domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta sempre con ingresso libero.

Una grande antologica in cui le opere che documentano esemplarmente i principali aspetti della ricerca plastica di Mainolfi, dagli anni Ottanta a oggi, sono state installate con studiata attenzione, dando vita a una narrazione visiva che si sviluppa con grande respiro unitario all’interno degli articolati spazi dell’architettura gotica.

“I lavori sono messi in scena, senza criteri cronologici, in ordine sparso nella navata centrale, e si insediano con equilibrio e giusta tensione estetica nell’abside e nelle sette cappelle laterali” (Francesco Poli). I suoi lavori fin dall’inizio hanno abbandonato i tradizionali piedestalli per abitare liberi nell’ambiente: si installano e proliferano sui pavimenti e sulle pareti; si sviluppano come fantastici organismi biomorfici e crescono come stalagmiti, colonne o pilastri, anche fino al soffitto; si concretizzano in oggetti (anche sonori) su tavoli; si gonfiano come sfere e si distendono come paesaggi sulle superfici di pannelli a muro.

La sua scultura si configura come una narrazione di un mondo favoloso animato da bestie e personaggi gioiosamente mostruosi (orchi, orchesse, apesse, elefantesse, fauni, pseudo-gazzelle e altri); da paesaggi onirici, da alberi e vulcani e montagne; da soli giganteschi e pianeti; da proliferanti città, da strani oggetti, campanacci e battacchi e cozze.

Aperte in città anche le altre due mostre di grandArte Sono gli ultimi giorni per visitare a Palazzo Samone, “Caleidoscopio”, una mostra corale di 10 artisti (Laura Ambrosi, Ennio Bertrand, Luigi Farina, Marienzo Ferrero, Massimo Ghiotti, Margherita Levo Rosemberg, Rudi Punzo, Ornella Rovera, Marina Sasso, Alma Zoppegni), su due piani, visitabile fino al 18 aprile.

“Dà l’opportunità agli autori di esprimersi con il proprio linguaggio, in modo individuale e libero – ha spiegato la curatrice Monica Rolfini -. Ha un tema etico, che è la sensibilità che dobbiamo rivolgere al territorio. Ogni artista, attraverso il riciclo e l’utilizzo di materiali non convenzionali, ha inventato una sua forma di comunicazione che mette al centro l’ambiente”.

Venerdì e sabato dalle ore 16 alle 19 e domenica di Pasqua e lunedì di Pasquetta dalle 17 alle 19. A Palazzo Santa Croce, “Doppio ritratto”. “L’arte come cura” che proseguirà fino al 29 maggio con un intento che condensa nel termine cura tutte le accezioni che gli sono proprie. Elena Franco e Cristian Ciamporcero concepiscono insieme la mostra con un intento che condensa nel termine cura tutte le accezioni che gli sono proprie (sollecitudine, amorevolezza, terapia, rimedio, gestione, governo, vigilanza e molte altre ancora) e le operazioni e manipolazioni con cui queste azioni ed emozioni si realizzano.

L’amalgamarsi negli altri di Cristian Ciamporcero e la “documentazione” di Elena Franco, ci offrono in sintesi, lui con una indagine psicologico scientifica, marcatamente introspettiva, lei con un lavoro più “aperto” di ricerca sul rapporto fra scienza e umanesimo, il contemporaneo medical humanities, una saldatura, un “atto” artistico di speranza nella cura dell’Arte che cura. Venerdì e sabato dalle ore 16 alle 19 e domenica di Pasqua e lunedì di Pasquetta dalle 17 alle 19. Fino al 29 maggio.

A Mondovì fino al 25 aprile nell’Antico Palazzo di Città, via Giolitti 1, continua la mostra personale di Enzo Bersezio “Il tempo, l’opera” visitabile il venerdì, sabato e domenica dalle ore 16 alle ore 19, con ingresso libero. I suoi legni, le sue strutture svettanti, i suoi strati di carte e numeri, i suoi tenui colori, il suo bianco non bianco, le sue corde nautiche, i suoi grigi metalli sono lì, davanti a noi e, da semplici e poveri materiali divengono elementi della nostra storia atavica, ci riportano a tempi immemorabili, a storie di viaggi in terre sconosciute ma al contempo note, assurgono a strutture sciamaniche, a protezione del nostro più intimo essere, in una continua contrapposizione tra antico e contemporaneo, tra moderno ed arcaico.