Morin e Munari, fonti di ispirazione per questo lavoro

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Edgar Morin, nato nel 1921 e tut- t’ora lucidamente operativo, è un filosofo e sociologo noto per il suo approccio transdisciplinare e per le sue ricerche sulla comples- sità da cui, inevitabilmente discende il cosiddetto “pensiero complesso”; ha scritto molto sull’educazione e sui compiti del- l’insegnamento. Ha sostenuto che si deve favorire lo sviluppo dell’intelligenza generale, attra- verso l’esercizio della curiosità, capace di riferirsi al contesto glo- bale, multidimensionale. Bruno Munari, classificabile come crea- tivo a 360°, richiamando un anti- co detto cinese afferma: «Quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte». Illuminati da queste due personalità, consapevol- mente e al contempo inconsape- volmente, abbiamo affrontato questo secondo incontro, sem- pre sotto forma di think tank, e un’altra volta è scaturita un’at- mosfera viva e perciò arricchente per tutti i partecipanti. Inse- gnanti e allievi in un’arena aper- ta, ruoli e generazioni a confron- to. L’annoso dibattito, su chi e come devono essere educati gli educatori, tornando alla “com- plessità” di Morin, ha una rispo- sta: che essi si autoeduchino con l’aiuto degli educati. Se non è una risposta definitiva, sicura- mente è un approccio che ha una valenza positiva che salva- guarda, il necessario e inevitabi- le lavoro, che non può essere che in progress.