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Cia di Cuneo fra riflessioni sulla guerra e le richieste al Governo su pensioni, sanità e servizi

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Pensioni, sanità e servizi sono da sempre all’attenzione della Cia. L’organizzazione agricola nazionale e quella di Cuneo chiedono al Governo misure urgenti, ulteriormente rese improrogabili dalla critica situazione provocata dall’invasione russa dell’Ucraina.

Dice il direttore provinciale della Cia Cuneo, Igor Varrone: “La guerra ha solo e sempre prodotto morte, distruzione, sofferenze nelle popolazioni coinvolte. E l’agricoltura è il settore tra i più colpiti, con la devastazione di territori, campi e produzioni che vuol dire meno cibo e meno sicurezza alimentare a livello mondiale. Mentre si intensificano le iniziative di solidarietà e di accoglienza verso i profughi in fuga, bisogna insistere per arrivare a una nuova vera trattativa che garantisca stabilità e diritti per tutti. La pace è un principio inderogabile, affinché ogni società possa vivere in libertà e democrazia e costruire il proprio futuro”.

Le conseguenze della guerra sono cadute come un macigno sull’economia italiana, ancora barcollante per gli effetti dell’emergenza sanitaria. C’è stato l’aumento dei beni essenziali, che ha fatto salire il costo della vita e si è aggiunto al rincaro dell’energia e dei carburanti. Conseguenze? Rischiano di saltare i bilanci di aziende e famiglie, ma soprattutto per i redditi più bassi, come i pensionati al minimo, la situazione è diventata insostenibile.

Le richieste di Cia Cuneo e di Cia nazionale sulle pensioni
Per Cia Cuneo e Cia nazionale bisogna aumentare le pensioni al minimo che in Italia riguardano 1 milione e 700 mila anziani, di cui un terzo ex agricoltori, passando dagli attuali 524 euro a 780 euro mensili. Dice Varrone: “L’assegno pensionistico minimo di oggi non solo è inadeguato per tutti i parametri previsti dalle norme nazionali ed europee sui livelli di povertà, ma è moralmente e socialmente ingiusto. I pensionati al minimo sono stati dimenticati da tutti i numerosi provvedimenti del Governo durante l’emergenza Covid, nonostante per loro siano aumentati disagi e bisogni materiali”.

Inoltre Cia Cuneo e Cia nazionale chiedono di ridurre la tassazione sulle pensioni, anche con l’estensione della no tax area fino a tre volte il minimo; di rivedere i criteri di accesso alle pensioni di cittadinanza, che hanno impedito a numerosi pensionati di beneficiarne; di prevedere i diritti fiscali per gli incapienti i quali, con le norme in vigore, non possono detrarre oneri, spese e familiari a carico; di estendere e stabilizzare la quattordicesima mensilità, in modo che diventi parte integrante dell’assegno pensionistico; di superare le incertezze interpretative sull’Ape Sociale per gli agricoltori, riconoscendo il carattere usurante del lavoro svolto e dando loro la possibilità di andare in pensione anticipatamente senza penalizzazioni; di modificare “Opzione Donna” per evitare sbagliate difformità di trattamento; di istituire una pensione base o di garanzia per i giovani.

Sottolinea Varrone: “Se vogliamo che si concretizzi un vero ricambio generazionale in agricoltura, oggi fermo sotto al 9%, occorre costruire un ponte economico, finanziario e culturale tra i giovani che si avvicinano alla terra e chi lascia per andare in pensione. Se l’agricoltura è un settore primario e determinante per lo sviluppo produttivo del nostro Paese, bisognerebbe essere coerenti ponderando le politiche nei confronti del comparto sotto tutti gli aspetti”.

Le richieste di Cia Cuneo e Cia nazionale su sanità e servizi
Afferma Varrone: “Il Covid ha fatto emergere in modo chiaro l’importanza del Servizio Sanitario Nazionale: un patrimonio che, però, va migliorato, riqualificato e potenziato utilizzando nel modo migliore i 19,7 miliardi di euro destinati allo scopo dal Pnnr. Con l’obiettivo di garantire l’uguaglianza nell’accesso ai servizi senza discriminazioni sociali e territoriali”.

Nel concreto, cosa significa? Per Cia bisogna investire sulla sanità territoriale, l’assistenza domiciliare e i servizi di prossimità; puntare sulla diffusione adeguata delle strutture poliambulatoriali e multifunzionali come le Case di Comunità; aprire le farmacie rurali in modo da poter offrire diversi servizi nelle aree interne; sviluppare la telemedicina; assicurare prestazioni per la non autosufficienza e le cronicità. Inoltre, occorre aumentare il potenziale dei servizi territoriali coinvolgendo tutte le organizzazioni locali interessate a quel tipo di assistenza: dalle associazioni di volontariato alle aziende impegnate nell’agricoltura sociale. Infine, è necessario recuperare tutti i ritardi accumulati durante l’emergenza sanitaria: cure ordinarie; visite specialistiche; operazioni chirurgiche.

c.s.