Un passaggio televisivo, qualche sera fa, ha riacceso all’improvviso la malinconia. Sono trascorsi infatti 50 anni da quel meraviglioso e forse irripetibile “medley” dei due grandissimi artisti che rispondono ai nomi di Lucio Battisti e Mina.
Perché tanta rilevanza? Prima di tutto perché si tratta dell’unico duetto fra i due immensi protagonisti della canzone italiana. E poi perché fu anche l’ultimo. Del resto, già allora era rara la possibilità di ammirarli dal vivo. Entrambi avevano preso la decisione di non fare concerti: Lucio Battisti già dal 1970, Mina lo avrebbe deciso a partire dal 1978.
In tv, 50 anni fa come la settimana scorsa (in questo caso a cura di Vincenzo Mollica), furono esattamente otto minuti e ventitrè secondi di musica straordinaria. La performance andò in scena al “Teatro 10” della Rai, e venne trasmessa il 23 aprile 1972 sugli schermi in bianco e nero di tutt’Italia. La Rai ovviamente non poteva sapere che quella domenica sera stava andando in onda un pezzo di storia della musica d’autore.
Battisti e Mina seguirono una scaletta di sette canzoni e si dice che la scelta fu avvolta in un alone di mistero, anzi qualcosa di incredibile.
I cinque componenti della band che dovevano accompagnare i due artisti si ritrovarono alla Stazione centrale di Milano per il treno notturno diretto a Roma, del 22 aprile. Verso le ore 23 si presentò all’appuntamento Lucio Battisti e consegnò un pezzo di carta con alcuni titoli chiedendo di concatenare le canzoni in base alle tonalità. L’unico che aveva uno strumento con cui provare qualche accordo era il chitarrista, che si mise subito all’opera.
Nel vagone letto, Massimo Luca assieme a Gabriele Lorenzi (il tastierista che nelle immagini televisive dell’esibizione non si vede mai), inventarono questo medley composto da “Insieme”, “Mi ritorni in mente”, “Il tempo di morire”, “E penso a te”, “Io e te da soli”, “Eppur mi sono scordato di te”, “Emozioni”. La scaletta che andò effettivamente in onda. Lucio diede l’ok e tutti andarono a dormire nelle cuccette.
Ma il dettaglio incredibile è che non furono effettuate prove di alcun tipo. La mattina del 23 i musicisti arrivarono a Roma, al teatro delle Vittorie, e nel pomeriggio registrarono – il programma non era in diretta – la sequenza delle sette canzoni con Lucio Battisti e Mina. Poco prima, ci fu solo una “prova a vuoto” nei camerini, per misurare il tempo di ingresso dei singoli brani. Mina passò davanti all’ingresso dello studio poco prima di andare in scena e chiese al chitarrista se ci fossero problemi con gli accordi, lui rispose che andava tutto alla grande. Mentiva.
In scena però, non ci fu la minima sbavatura: «Buona la prima», tipico dei capolavori.
Qualcuno afferma che Battisti fosse impacciato nelle prime immagini. In effetti, era una persona molto timida, con un carattere non facile. Non si sentiva a suo agio in mezzo a tante persone, stava meglio da solo. Alla fine furono grandi applausi dall’orchestra e dal pubblico.
Dopo l’esibizione, i musicisti tornarono alla stazione Termini e da lì a Milano, sempre in vagone letto. Battisti amava cambiare musicisti, sentire nuove cose. I componenti di quella band negli anni hanno continuato a suonare la musica dell’’autore romano. Le canzoni di Lucio e Mina, lo abbiamo capito, sono immortali e regalano puntualmente emozioni. Oggi come allora. Ed è qui che scatta la nostalgia. Un po’ per quei tempi (chi li ha vissuti), un po’ per quella televisione, ma soprattutto per quei personaggi. Qualche tempo dopo, Mina ha ricantato Lucio. Ma non c’era più la stessa magia.
Battisti-Mina quel duetto è già leggenda
Cinquant’anni fa l’ultima performance dei due artisti insieme: capolavoro rivisto in tv