Alto contrasto | Aumenta dimensione carattere | Leggi il testo dell'articolo
Home Articoli Rivista Idea Diritto alla riparazione: dall’Europa una misura concreta a tutela dei cittadini

Diritto alla riparazione: dall’Europa una misura concreta a tutela dei cittadini

Con questa normativa, l’Unione Europea compie un altro passo avanti verso l’obiettivo di realizzare un modello di economia circolare entro il 2050

0
67

Il 7 aprile il Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria a Strasburgo, ha dato il via libera a una risoluzione che impegna la Commissione a legiferare sul cosiddetto “diritto alla riparazione”: la possibilità cioè, per i cittadini dell’Unione, di riparare facilmente i loro prodotti tecnologici piuttosto che essere costretti a comprarne di nuovi.
Fino ad ora, infatti, abbiamo tutti sperimentato quotidianamente che il ciclo di vita dei nostri smartphones, tablets e pc non è dettato tanto dall’utilizzo che se ne fa ma da una scadenza “programmata” dalla casa madre che, attraverso regolari aggiornamenti dei sistemi operativi, rallenta i dispositivi fino a renderli inutilizzabili: in gergo tecnico, riproducendo quel fenomeno che definiamo “obsolescenza programmata”.
Una pratica odiosa per vari motivi: da un lato, perché la mancanza di materie prime per la produzione dei chip continua a spingere il settore dell’hi-tech ad aumentare i prezzi che vengono scaricati sul consumatore finale; dall’altro, la quantità enorme di rifiuti prodotta dagli scarti tecnologici si scontra con l’agenda per l’economia circolare che fissa degli obiettivi precisi da raggiungere nel quadro del Green Deal europeo.
Un tema a me molto caro, dato che in commissione parlamentare ho contribuito alla stesura del testo finale dell’agenda europea per l’economia circolare.
Andando più nel dettaglio del testo approvato, si chiede un migliore accesso ai pezzi di ricambio, una quantità di informazioni adeguata e pertinente per il consumatore che acquista online e una valutazione d’impatto per qualsiasi proposta che comprenda, tra l’altro, le opportune analisi costi-benefici sia per i consumatori che per le imprese.
Ora la parola passa alla Commissione europea, da cui mi attendo un testo che rispetti le indicazioni venute fuori dal testo approvato dal Parlamento mettendo fine allo strapotere delle grandi multinazionali dell’hi-tech sui cittadini.7

BaNNER
Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial