Per la CIA Cuneo l’indiscriminato consumo di suolo ha raggiunto ormai livelli preoccupanti

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Capannone abbandonato in una zona edificata del Cuneese

In Italia, secondo i dati forniti dalla Cia nazionale e condivisi dalla Cia Cuneo, il consumo di suolo ha raggiunto livelli preoccupanti. Il Paese paga la perdita di terreno fruibile a causa dei fenomeni erosivi (21%) e del dissesto idrogeologico: su quest’ultimo aspetto, infatti, quasi il 94% dei Comuni italiani è a rischio e oltre otto milioni di persone abitano in aree ad alta pericolosità. Ma a creare il problema è soprattutto la cementificazione che, sul territorio della nostra Penisola, nel 2020 ha fatto registrare sessanta chilometri quadrati di suolo perso: quindici ettari al giorno, quasi due metri quadrati al secondo.

Si tratta di numeri doppi rispetto alla media europea dei terreni sui quali sono presenti strutture edificate. Il territorio nazionale è in maggioranza montano e collinare e solo un quarto è rappresentato dalla pianura dove, però, si concentrano i tre quarti di costruzioni e di infrastrutture. In Piemonte il consumo totale di suolo è di oltre 170 ettari, che rappresentano il 7% della superficie complessiva regionale. E la provincia di Cuneo è preceduta solo da Torino nell’occupazione di terreno fertile.

Dice il direttore provinciale di Cia Cuneo, Igor Varrone: “Nel nostro Paese, e anche nella “Granda”, si sta formando una sensibilità crescente e diffusa rispetto alla protezione del suolo in quanto c’è la percezione ormai evidente che il suo consumo costituisca un drastico processo di degrado”.

Le proposte che avete fatto? “La Cia si è sempre battuta per diminuire il consumo di suolo. Non ha senso costruire nuovi edifici o capannoni, occupando altro terreno coltivabile, quando ce ne sono tanti in condizioni di degrado da recuperare. Questo vale anche per gli agricoltori. Su questo aspetto, in alcuni Bandi del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Piemonte è stata accolta la proposta presentata dalla Cia Cuneo, in cui si premiamo, con punteggi maggiori, quanti sistemano i fabbricati già esistenti. Ma serve una Legge che fermi il consumo indiscriminato di suolo”.

Il ruolo dell’agricoltura in futuro può essere cruciale? “Gli imprenditori del settore sono già custodi e guardiani del territorio. Però, non basta. Vanno aiutati di più in questo loro lavoro svolto anche a favore dell’intera comunità. In particolare nelle zone collinari e montane, dove bisogna dedicare molto impegno e risorse economiche per mantenere le aree rurali, e non solo, in buone condizioni. Inoltre, per migliorare in modo consistente la situazione, servono percorsi nuovi e condivisi con le Istituzioni e i portatori di interessi e il dialogo con i cittadini. In questo processo, l’agricoltura può svolgere un ruolo fondamentale”.