Si è chiusa la scorsa domenica, con una beffarda esclusione dai playoff per via del ritardo maggiore ad otto punti dal Chisola, la stagione della Pro Dronero, quinta classificata nel campionato di Eccellenza.
Non erano pochi, a fine match, i rimpianti tra i “draghi”, ma capitan Carlo Dutto vuole in primis riconoscere quanto di buono fatto: “È stata una stagione positiva, anche se resta un pizzico di rammarico per aver mancato i playoff per un solo punto. Il quinto posto era l’obiettivo minimo di inizio anno e l’abbiamo ottenuto, credendoci anche quando tutti ci davano per morti. Purtroppo, però, non è bastato per via della regola degli otto punti”.
L’attaccante dronerese ritorna anche sul suo campionato: “Numeri alla mano è stata la stagione più difficile da quando sono a Dronero, soprattutto per ragioni fisiche, legate all’età. In più, all’inizio, forse abbiamo faticato più del solito a trovare l’amalgama giusto nel gruppo e questo ha inciso, come del resto dimostrato dalla grande crescita finale di tutti noi. L’impegno da parte mia, però, non è mai mancato”.
L’attenzione “mediatica” verso Dutto, però, è soprattutto legata a una voce fattasi sempre più insistente nelle ultime ore: la sua volontà di lasciare la Pro Dronero, dopo diciassette lunghi anni.
A confermarlo, è lui stesso: “Per quanto riguarda me, è stata una decisione sofferta. Ammetto di non esserne ancora convinto al 100%, per cui non è ancora definitivo. L’ho già comunicato a compagni e mister, ma ne parlerò ancora con il presidente e il resto della dirigenza, poi valuterò bene. È una scelta ragionata, non di certo impulsiva, legata soprattutto all’aspetto lavorativo. Dopo tutto quello che questo ambiente mi ha dato, non me la sento di proseguire senza poter dare tutto o essere a mezzo servizio. Anzi, è bello lasciare quando si è ancora al centro del progetto”.
Nessun rimpianto, quindi: “Mi è stato detto di tornare quando voglio perché questa sarà sempre casa mia e questo forse è il trofeo migliore che potevo ottenere. La sto prendendo con serenità, ma forse soprattutto perché non ho ancora realizzato che ad agosto potrei non essere più lì a correre con i miei ragazzi. La prima volta da spettatore rischierebbe di fare un certo effetto, lo ammetto. Il momento, però, è quello giusto. Sono soddisfatto di quello che è stato, rifarei tutto allo stesso modo ed è stato bellissimo. Questa era davvero una famiglia, non è la solita retorica”.
Difficile in poche battute riassumere un percorso lungo quasi due decenni, se davvero dovesse finire qui: “17 anni non si dimenticano e non sono facili da raccontare. È stata una crescita costante, mia e di tutta la squadra e l’ambiente. Sono arrivato qui e la Pro Dronero era una squadra di Promozione senza troppe ambizioni, mentre ora siamo qui, protagonisti in Eccellenza dopo aver giocato anche in due occasioni in Serie D. La cosa più bella sono i commenti degli addetti ai lavori, che riconoscono in quella dronerese una realtà affermata. Posso dire senza vergogna di aver contribuito a creare tutto ciò e questo mi dà tanto orgoglio”.
Insomma, l’intenzione c’è, ora servirà solo la forza per fare il passo definitivo. Resta da convincere una società che non ha smesso di credere nel suo capitano…