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L’agnellino rinato

Nuvola non riusciva a stare al passo con il gregge ed è stato abbandonato, una coppia lo ha messo in salvo e ora, dopo la prima poppata, salta felice in un rifugio tra gatti, cani e anatre

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Lo hanno abbandonato lungo il ciglio della strada a Pecetto, nella collina torinese. Un agnellino con poche settimane di vita, che non riusciva a stare al passo del gregge perché troppo debole, destinato a morire di stenti sulla strada poco distante dall’allevamento in cui era nato. Sarebbe morto davvero se una coppia che stava rientrando a casa a Pecetto non lo avesse visto e portato di corsa al Canc, il Centro animali non convenzionali di Grugliasco, dove i veterinari gli hanno salvato la vita. Al Canc arrivano ogni giorno animali selvatici e domestici non comuni. In questa ultima categoria rientra anche l’agnellino salvato a Pecetto.
«Quando è arrivato – ha raccontato a Mitzy Mauthe von Degerfeld, responsabile del Canc – non riusciva a stare in piedi e non sapevamo se sarebbe sopravvissuto. Non porta guadagno macellare un agnello di poche settimane e così il suo allevatore se n’è disfatto, pensando che non sarebbe sopravvissuto nemmeno il numero di settimane utili per la sua macellazione».
Nuvola, così è stato chiamato il piccolo, invece ce l’ha fatta. Una storia a lieto fine, ma il cui esito sembrava incerto fino all’ultimo, date le precarie condizioni in cui l’agnello è arrivato al centro. Non riusciva a camminare né ad alimentarsi autonomamente e c’è voluta tutta la pazienza e l’impegno degli esperti e dei veterinari per rimetterlo in piedi. Si è trattato di un percorso lungo che è passato attraverso l’alimentazione con il sondino ed è culminato con la prima vittoria di Nuvola: la sua prima poppata, avvenuta il 6 aprile, una settimana dopo il suo salvataggio. La seconda vittoria è arrivata pochi giorni fa quando è uscito in perfetta forma dal Canc e ha cominciato la nuova vita al rifugio L’Oasi del Paradiso Odv di Chieri. «Resterà con noi, siamo molto felici di ospitarlo. Nuvola vivrà qui una vita felice insieme ai suoi simili. Ora salta felice», ha raccontato la responsabile del rifugio Sara Amitrano. Nel centro ci sono molti altri animali, tra cui una ventina di conigli, 24 gatti, 6 cani, 5 pecore, 5 capre, 3 maiali tra cui Piero di 300 chili, e ancora oche, anatre, galline e quaglie. Molti sono stati salvati dal macello, alcuni sequestrati.