Si è distinto fin dalle prime apparizioni con una comicità tutt’altro che banale. Maccio Capatonda ottiene ora i primi giusti riconoscimenti, il momento di massima visibilità è stato quello della partecipazione a “Lol – Chi ride è fuori”, l’appuntamento che negli ultimi due anni ha caratterizzato, con un clamoroso successo di pubblico (specie per la prima edizione, un’esilarante parentesi nel cuore del lockdown anti-covid) la programmazione di Prime Video. Capatonda ha vinto la gara a eliminazione, condotta da Fedez. E ha donato al Wwf il suo premio di 100mila euro. Era previsto che la cifra sarebbe stata donata per una causa benefica, il vincitore avrebbe dovuto scegliere l’ente.
Capatonda ha poi spiegato il suo modo di essere ambientalista: «Purtroppo siamo molto lontani dalla percezione del danno. Delle startup sostenibili raccontiamo i progetti come quello del Politecnico di Milano dove parte un acceleratore dedicato al climate change, mentre a giugno si sbloccano 250 milioni di euro di finanziamenti governativi e raccontiamo la nostra “ricerca” negli atenei di startupper verdi». Insomma, l’impegno c’è.
Intanto l’attività di comico procede. Non solamente sui canali social, dove pure le pillole di umorismo alla Maccio sono ricorrenti e irresistibili, ma anche su canali più classici. Il picco di popolarità ha portato anche la chance per nuove avventure professionali. Assieme a un altro grande mattatore di Lol, ovvero Lillo Petrolo, proprio Capatonda fa parte del team delle voci italiane di “Dc League of Super-Pets”, in arrivo al cinema dal 1 settembre 2022: Lillo presterà la propria voce a Krypto Superdog mentre Maccio doppierà Asso il Bat-Segugio.
Ma perché poi quel nome, Maccio Capatonda?
C’è un mondo dietro allo pseudonimo dell’autore e interprete televisivo, youtuber, scrittore, attore e regista vincitore della seconda edizione di Lol. All’anagrafe risponde al nome di Marcello Macchia, classe 1978, ed è nato a Vasto, in Abruzzo, ma è cresciuto a Chieti e ha studiato a Perugia.
Fin da giovane si segnala per i suoi sketch comici con cui comincia a farsi conoscere conquistando anche il piccolo schermo partecipando a diversi programmi di successo come “Mai dire…” con la Gialappa’s Band. Proprio durante questa esperienza televisiva nasce il suo nome legato al personaggio di Maccio Capatonda, un bizzarro attore che recita in finti trailer cinematografici, che in realtà sono parodie di film più famosi.
A quel punto, il comico diventa celebre a tal punto che decide di prendere il nome del suo personaggio, Maccio Capatonda, anche se l’origine del nome è poco chiara. In realtà Maccio Capatonda potrebbe essere una contrazione gergale di Marcello, il suo nome di battesimo.
Sull’origine dei suoi personaggi, Maccio ha spiegato: «Sono già tutti parte di me, sedimentati sotto strati di vissuto, e sepolti per bene al mio interno. Per farli uscire ci vuole una scintilla, una scavatrice, una pala, o semplicemente un buon motivo come una richiesta esigente da parte di un committente». Una delle prime interpretazioni è stata quella di Mirkos, che ancora ricorda: «Un cartomante che leggeva il futuro attraverso strumenti molto particolari come i sassolini, il mestolo e il pendolino. Mi ispirai a un cartomante visto in tv che aveva la schiettezza di dire le cose come stavano. Anche Mirkos diceva le cose come stavano ma portate all’eccesso, il suo cavallo di battaglia era: Domani muori!». In fondo, il filo invisibile che lega tutti i personaggi di Maccio è proprio nella fonte di ispirazione comune, la realtà. «Non c’è un personaggio – ha detto in un’intervista – che non si rifaccia a qualcuno che ho visto, incontrato o conosciuto, anche solo per un particolare». Ci pensa lui a portare questi particolari in primo piano, estremizzando la realtà. Salvo poi scoprire, sarcasticamente, che non ci sono troppe distanze tra un estremo e l’altro.