«Raccolgo un’eredità importante, un ottimo lavoro che ha portato a grandi risultati. Il mio impegno sarà nel segno della continuità, con nuovi obiettivi perché bisogna crescere sempre».
Così esordisce Mariano Rabino, neo presidente dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero. Un ente che compie 25 anni e può vantare ottimi risultati raggiunti: «È nato come un ente della speranza, non c’era certezza all’epoca che il turismo in queste zone sarebbe esploso in questi termini», dice Rabino. E il merito va innanzitutto ai grandi uomini di questo territorio, i produttori di vini: «Pensiamo a Pio Boffa che per trent’anni ha girato il mondo promuovendo i suoi vini ma anche le nostre colline, suscitando curiosità e interesse per questi territori». Che si sono tramutati in numeri eccezionali, per quantità certo, ma soprattutto per qualità: «Il nostro territorio – spiega il presidente – ha puntato sempre sul turismo “alto spendente” e continueremo a farlo. Anche perché dopo la pandemia la nostra offerta è stata ancor più una carta vincente».
Non turismo di massa, quello degli assembramenti, ma turismo basato su esperienze, che cerca tranquillità, benessere, sport all’aria aperta, buona cucina e ottimo vino: «Per assurdo grazie a questa offerta, nonostante la pandemia, noi siamo diventati ancora più competitivi». Verso l’estero, con sempre maggiori arrivi da Svizzera, Germania, Spagna, Francia, Paesi del Nord, senza trascurare nuovi mercati: «Puntiamo agli Stati Uniti, al Canada, alla Corea del Sud, al Giappone, al Sud America, a Singapore e al Brasile. Russia, Cina ed India sono realtà più complesse anche alla luce delle crisi geopolitiche in atto. Senza contare che hanno abitudini alimentari e di svago molto diverse dalle nostre. Vogliamo migliorare i numeri, già ottimi, pre Covid: 550mila arrivi e un milione e 162mila presenze» sottolinea Rabino. Un territorio forte di 1386 strutture alberghiere ed extra alberghiere, con 141 itinerari organizzati. «Andranno incrementati ancora, con un occhio di riguardo alla cultura. Penso ad esempio ad un itinerario che coinvolga i nostri castelli o altri che comprendano i nostri monumenti. Per un’offerta culturale e di valore». Grazie a questo si potrà pensare a spalmare il turismo su tutto l’anno: «Oggi è più concentrato sui mesi del tartufo o della vendemmia, bisogna allargare l’offerta. Magari pensando a pacchetti in collaborazione con aree del Piemonte a vocazione turistica come le altre zone della provincia di Cuneo, Torino e Venaria, l’area dei Laghi al Nord-Est», spiega il presidente.
Sempre puntando sulla qualità piuttosto che sui grandi numeri: «A noi interessa il turismo alto spendente, anche perché noi offriamo ospitalità e soprattutto cucina e vini di altissima qualità». Su questo capitolo si apre però una nota dolente: «I ristoratori fanno fatica a trovare personale, succede che debbano rinunciare a prenotazioni perché non hanno i camerieri o il personale di sala e cucina. Penso che i nostri giovani debbano essere protagonisti sul loro territorio, abbiamo tanto personale ottimamente preparato che però va a lavorare altrove, soprattutto all’estero. Vanno incentivati a rimanere, con stipendi adeguati alle loro mansioni, a quello che è l’impegno in un ristorante piuttosto che in un hotel. Stipendi ma anche orari e turni più consoni e tollerabili. Bisogna dare una svolta, solo così il personale sarà incentivato a rimanere – sottolinea Rabino – questo è turismo sostenibile, rispettoso delle popolazioni locali e dell’ambiente. I cittadini vanno coinvolti sensibilizzandoli sul potenziale sviluppo e sulla ricchezza che derivano dal turismo».
Un mandato appena iniziato, carico di responsabilità: «Per i prossimi mesi mi metterò in ascolto e conoscenza dei territori. Territori che vanno curati dove sono più fragili con la prevenzione. Incrementando la biodiversità al posto delle monoculture». E potenziando i trasporti: «Sia ferroviari che aerei, oggi siamo isolati, con scarsi collegamenti», sottolinea Rabino. Senza dimenticare i grandi eventi: «Dobbiamo ospitare ogni anno il Giro d’Italia almeno in una delle località di Langhe, Monferrato e Roero, ad esempio. Il richiamo televisivo è fondamentale. In un attimo ti fa conoscere a milioni di persone. E non dobbiamo sovrapporre gli eventi, ritrovandoci con tanti piccoli appuntamenti tutti insieme. Meglio puntare sui grandi eventi, senza disperdere energie».
Tutto nell’ottica di scatenare «una sana “coopetition” – sorride il presidente – che è la sintesi ideale tra cooperation e competition. Il segreto del successo di Langhe e Roero sta tutto qui, in una cooperazione emulativa. Per quanto riguarda il Monferrato bisogna lavorarci, ha potenzialità altissime ma è ancora un po’ indietro. Dobbiamo trovare l’anima anche di questo territorio e portarlo ai livelli che merita».