Tornati in presenza nella loro consueta finestra primaverile, i “Dialoghi Eula” di Villanova Mondovì hanno ancora una volta attirato un pubblico vasto ed eterogeneo sia in occasione del tradizionale spettacolo del venerdì sera al teatro “Federico Garelli”, sia sabato 14 maggio nella coinvolgente cornice dell’antica chiesa di Santa Caterina.
Merito di una manifestazione che, in nove anni di storia, ha saputo intraprendere un percorso credibile e autorevole, coronato quest’anno con l’inserimento ufficiale tra gli eventi del Salone del Libro OFF di Torino.
Ad inaugurare la nona edizione, un omaggio a Gino Strada e alla sua Emergency, con la presentazione del libro “Una persona alla volta” con Franca Mangiameli (Comitato Esecutivo di Emergency) e Massimo Mathis (“La Stampa”) e lo spettacolo “Stupidorisiko”, ritratto critico e ironico sulla guerra magistralmente interpretato dall’attore molisano Mattia Palazzo. «Da che parte starebbe oggi Gino Strada? Da quella delle vittime, come sempre – il commento della Mangiameli – visto che, come amava ripetere, la guerra non funziona mai. Conosceva bene l’atrocità dei conflitti e si batteva ogni giorno contro la loro ideologia. Non si preoccupava nell’immediato della fattibilità economica dei progetti. Li portava avanti sottovoce. Credeva fermamente nella società dei diritti: alla salute, all’assistenza sanitaria gratuita, alla vita. Diceva sempre di voler curare tutti, una persona alla volta appunto».
Sabato mattina, invece, spazio in apertura ai nuovi equilibri politici internazionali venutisi a creare dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino. A discuterne sotto la moderazione di Beniamino Pagliaro (“la Repubblica”), Manlio Di Stefano (sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri), Nona Mikhelidze (Istituto Affari Internazionali), e Matteo Gerlini (NATO Defense College Foundation). «A livello internazionale – ha dichiarato il sottosegretario – il conflitto ha nettamente accelerato la pubblicazione della “Bussola Strategica” dell’Unione Europea, un documento di orientamento che va ad armonizzare le industrie della difesa e le scelte strategiche dei singoli Paesi membri. Un percorso inimmaginabile fino a pochi mesi fa per contenuti e prospettive».
«Come analista non posso prendere posizione, ma provo a capire la situazione. Purtroppo, però, il dibattito nazionale spesso si polarizza nel tifo: chi vuole la pace acriticamente e chi invece la ricerca solo a determinate condizioni, venendo per questo etichettato come guerrafondaio», ha aggiunto Nona Mikhelidze.
Seconda sessione dedicata alla sicurezza informatica con Nicolas Lozito (“La Stampa”), Yvette Agostini (esperta di cybersecurity) e Stefano Quintarelli (imprenditore, informatico ed ex deputato). «Viviamo immersi in una società digitalizzata – ha affermato lo stesso Quintarelli – ma virtuale non significa astratto. La dimensione digitale non possiede le caratteristiche fisiche che siamo soliti immaginarci, ma è a tutti gli effetti reale e circonda ormai tutti gli aspetti della nostra quotidianità. È quindi da considerarsi come un vero e proprio fronte di guerra, dal momento che è possibile attaccare da ogni parte del mondo e provocare danni tutt’altro che virtuali. Per questo dobbiamo costruire istituzioni adeguate a tutelare la nostra sicurezza».
«La decisione di creare l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale – ha aggiunto Agostini – è un passo in questa direzione. Tuttavia siamo solo all’inizio del percorso, perché negli Stati Uniti si parlava di cybersecurity già 15 anni fa. C’è ancora molto da fare».
Approfondimento conclusivo, infine, incentrato sull’evoluzione del giornalismo e dell’informazione di guerra con Cesare Martinetti (“La Stampa”), Domenico Quirico (“La Stampa”) e Cecilia Sala (“Il Foglio” e “Chora Media”). «Temo che l’Ucraina andrà incontro all’ennesima guerra senza fine come in Siria o nei Paesi africani», le parole di Quirico. «Ancora una volta si creerà una drammatica disumanizzazione sociale in cui ciascuno cercherà l’accorgimento antropologico migliore per non morire. Cosa vuole Putin? Riposizionare la Russia tra le potenze mondiali insieme a Cina e Stati Uniti».
Collegata dall’aeroporto di Cracovia, di rientro da Kharkiv e da Leopoli, la giovane reporter Cecilia Sala: «Parlando con la popolazione, si percepiscono stanchezza e scoramento, ma quasi tutti hanno comunque scelto di rimanere nelle proprie case. A Kiev e a Kharkiv, dopo la ritirata russa, si prova a ritornare a una nuova normalità sospesa, ma nessuno vuole fare previsioni, nessuno si sbilancia. In pochi, dopotutto, credevano realmente all’invasione armata prima del 24 febbraio scorso».
«Si chiude un’edizione che ha segnato la definitiva ripartenza dei “Dialoghi Eula” – ha dichiarato il direttore scientifico della manifestazione, Fulvio Bersanetti – con la partecipazione in sala di tanti studenti del Liceo classico e scientifico “Vasco-Beccaria” di Mondovì. La buona politica non può che partire dai più giovani e siamo quindi contenti che, dopo due anni difficili, sia ripresa questa importante contaminazione intergenerazionale. Siamo estremamente soddisfatti anche per la qualità delle riflessioni proposte dagli ospiti e per la loro attinenza con l’attualità. Il nostro festival si conferma un palcoscenico di caratura nazionale».
«Un doveroso ringraziamento a coloro che hanno reso possibile la nona edizione
ha concluso il vicesindaco di Villanova Mondovì, Michele Pianetta – dai partner istituzionali agli sponsor privati, dagli uffici comunali ai collaboratori e alle associazioni villanovesi. Mai come quest’anno, abbiamo intercettato diversi sguardi sul presente, figli della drammatica crisi russo-ucraina: dalle conseguenze umanitarie alla geopolitica, dalla sicurezza informatica all’evoluzione giornalistica. Faccio mia la suggestiva provocazione che Quintarelli ha ‘lanciato’ proprio a Villanova Mondovì:
“Quando ci esprimiamo su argomenti che non dominiamo, ciò che diciamo lo sappiamo o lo pensiamo?”. I “Dialoghi Eula” servono proprio a questo: ad ampliare le conoscenze e le esperienze di ciascuno, affinché il sapere prevalga sulla semplice ipotesi».
c.s.