Mario Marino, della Asd Dragonero, è partito sabato 21 maggio alle 15 da piazza del Duomo a Firenze insieme ad altri 3300 atleti. Per arrivare verso le 5 di domenica mattina a tagliare il traguardo a Faenza. Dopo 100 km, così come prevede la gara del Passatore, la più famosa ultratrail, quest’anno la 48ª edizione.
Per tutti, dopo Fiesole, la salita afosa a Borgo San Lorenzo per raggiungere la Colla di Casaglia, quota 913, e poi giù nella valle superando i paesi di Marradi, Brisighella, e poi l’arrivo a Faenza. Marino è arrivato in 14 ore e 15 minuti, 1072esimo in classifica su 2438 arrivati. L’ultimo ha impiegato 20 ore e 52 minuti. Bravissimo Marino a farla per la quinta volta, in premio anche una ceramica di Faenza con la scritta “Io c’ero”. Quinto di categoria, M70.
Questo il commento a caldo di Mario: “Cos’è per me il Passatore?. Non è solo una gara di ultratrail, ma è una sfida con me stesso, con l’obiettivo di arrivare al traguardo senza aspettative né piazzamenti in classifica. Ovviamente sono sempre benvenuti! Quest’anno sono 5º di categoria. Un’occasione per mettere alla prova la mia capacità di resistenza e superare le difficoltà che si presentano nel corso dei 100 chilometri. Caldo soffocante. La gara di quest’anno è stata faticosa per il caldo soffocante dei circa 50 chilometri di salita. Poi, il freddo della Colla di Casaglia e il fresco della notte nella discesa: siamo una fila di lumini in movimento. Infine, la felicità dell’arrivo che cancella ogni fatica. Come prova la mia foto, appena arrivato.
E a chi gli chiede il perchè del Passatore: “Perché è una gara durissima di ultratrail, e anche una festa corale dove si incontrano tante persone che coltivano la mia stessa passione. Perché si corre in un clima gioioso, ci si scambia battute in allegria. Si attraversano bei paesaggi e paesini in cui il tifo e le incitazioni della gente ci accompagnano sempre. Perché la partenza da piazza del Duomo a Firenze è un momento emozionante e coinvolgente.
Cerco la mia famiglia e la mia compagna. Questa trasferta, inoltre, è un forte momento di condivisione con la mia famiglia e la mia compagna che mi seguono sempre, mi supportano nel percorso e mi aspettano al traguardo e sono loro che io cerco con gli occhi umidi di commozione all’arrivo”.