Oltre cento studenti, piemontesi e provenienti da tutta Italia, sono stati ospiti di Moretta nel weekend. Venerdì, infatti, l’Agenform ha accolto i corsisti degli ultimi tre anni per il tradizionale momento della consegna dei diplomi, “recuperando” anche le cerimonie che non si erano potute tenere a causa della pandemia.
I certificati di specializzazione e qualifica professionale sono stati consegnati venerdì al Santuario della Madonna del Pilone a chi ha portato a compimento negli anni 2019, 2020 e 2021 i corsi dedicati alla produzione alimentare di carne e salumi, prodotti caseari (1200 ore) e tre edizioni da addetto banconiere.
Spiegano Referenti per la formazione del settore carne e latte del centro morettese, Emilia Brezzo e Guido Tallone: «I nostri ragazzi provengono da tutto il Piemonte, ma anche da Calabria, Sardegna, Veneto, Trentino e Italia Centrale. Questo momento di festa celebra il lavoro svolto insieme. Grazie a finanziamenti europei sul mercato del lavoro, attraverso i corsi Agenform e al nostro circuito di aziende, molti di loro hanno potuto sviluppare una professionalità e trovare uno sbocco lavorativo».
Alla consegna erano presenti il direttore Giancarlo Arneodo, il presidente Tommaso Abrate, il sindaco di Moretta Giovanni Gatti e Domenica Lauro, referente per PrestoFresco (azienda che collabora attivamente con Agenform per l’inserimento lavorativo dei corsisti).
Dopo le ufficialità, la serata è continuata all’Agriturismo Cascina San Nazario di Bibiana, gestito da un ex allievo Agenform che alla macelleria ha abbinato un interessante locale di ristorazione.
Delle tante storie emerse da questa réunion post-pandemia, quella di Lorenzo Demaria è particolarmente significativa. Il 35enne di Cambiano (TO) è infatti uno di quei lavoratori che attraverso i corsi Agenform e assecondando una sua passione si è letteralmente “re-inventato” trovando la sua strada come norcino, presso un prestigioso salumificio dell’Astigiano.
Lo abbiamo intervistato. Lorenzo, che storia incredibile: dal set alla macellazione, col sorriso…
«Ho studiato per diventare attore e per anni questo è stato il mio unico lavoro, che mi ha permesso di togliermi anche diverse soddisfazioni, sia a teatro sia, con piccole parti, al cinema e sul piccolo schermo. La pandemia ha però soffocato per due anni il nostro settore e così ho rispolverato la “passione norcina” che coltivavo fin da ragazzo, iscrivendomi al corso Agenform e poi facendo un tirocinio, trasformatosi poi in un impiego fisso, all’agri-salumeria “Luiset” di Ferrere D’Asti».
Nessun rimpianto?
«No, ho avuto la fortuna di entrare un’azienda stimolante, attenta alle nuove frontiere del biologico, all’uso integrato della tecnologia, al recupero delle acque. Alla mia passione per i salumi, di cui ora conosco tutta la trafila, dalla macellazione alla messa a banco, si è abbinata una condivisione di valori non così scontata quando ti lanci a 35 anni in nuovo settore».
Di quali esperienze lavorative da attore serbi i migliori ricordi?
«Mi sono diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Ho fondato una compagnia con alcuni colleghi usciti dallo stesso corso. Abbiamo riscosso risultati importanti, mettendo in scena in Italia e Svizzera diverse pièce, tra cui Shakespeare e Moliere. Nel 2014 sono stato scritturato da un’agenzia di Roma, che mi ha permesso di prendere parte a qualche film e serie, su tutti “Una questione privata”, “Non uccidere”, “La guerra è finita”».
Giù il sipario per sempre?
«Nonostante il teatro e lo spettacolo siano settori notoriamente precari, per 7/8 anni mi sono “arrabattato”. Pensavo di poter vivere di quello. Se non ci fosse stata la pandemia, forse non avrei coltivato l’altra passione, rimasta per anni sopita, quella da norcino. Io ragiono e lavoro in modo settario: se mi dedico a una cosa ho solo quella in mente. In ogni caso non chiudo a priori le porte a nuove esperienze, lo sanno il mio datore di lavoro e l’agenzia con cui ho collaborato per anni. Però devo dire che in azienda da “Luiset” ho trovato proprio un bell’ambiente…»
c.s.