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Il Boss dopo 6 anni torna in Italia con tre concerti

Bruce Springsteen prepara un grande tour europeo dopo le date americane: «Non vedo l’ora!»

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I fan italiani (sono tantissimi) hanno già preso nota. Il Boss tornerà a suonare in concerto nelle città italiane. La notizia è di qualche giorno fa, ma segna una svolta dopo la lunga sosta partita già prima della pandemia.
Bruce Springsteen, assieme alla The E Street Band, nel 2023 ha fissato tre date del suo tour, appunto, in Italia. Non più stadi, ma altri luoghi da riempire di suoni, vibrazioni e passione: giovedì 18 maggio sarà al Parco Urbano Giorgio Bassani di Ferrara, domenica 21 maggio al Circo Massimo di Roma e martedì 25 luglio al Prato della Gerascia, che si trova all’interno dell’Autodromo Nazionale di Monza. «Dopo sei anni – ha dichiarato Bruce Springsteen -, sono ansioso di rivedere i nostri affezionati fan e non vedo l’ora di condividere ancora una volta il palco con la leggendaria E Street Band. Ci vediamo là, il prossimo anno. E anche dopo!». L’ul­tima volta era stata il 16 lu­glio del 2016 al Circo Mas­simo di Roma.
Fino a questo momento le tappe confermate del tour sono quelle di Barcellona, Du­blino, Parigi, Ferrara, Ro­ma, Amsterdam, Landgraaf, Zurigo, Düsseldorf, Gothen­burg, Oslo, Copenhagen, Am­burgo, Vienna, Monaco e Monza. Si prevede che altre città nel Regno Unito e in Belgio saranno annunciate in un secondo momento. Sarà un lungo viaggio in Europa.
Al fianco del Boss la leggendaria e inseparabile E Street Band con Roy Bittan (piano e sintetizzatori), Nils Lofgren (chitarra, voce), Patti Scialfa (chitarra, voce), Garry Tallent (basso), Stevie Van Zandt (chi­tarra, voce), Max Wein­berg (batteria) con Soozie Ty­rell (violino, chitarra, voce), Jake Clemons (sassofono) e Charlie Giordano (tastiere). Prima dell’Italia, Bruce Sprin­gsteen partirà con una serie di appuntamenti nei palazzetti americani, per poi approdare il 28 aprile a Barcellona, seguirà una seconda parte del tour americano a partire dal mese di agosto.
Bruce Springsteen, uno dei più grandi nomi del rock mondiale, ha iniziato la carriera a fine anni ’60 come folk singer elettrico, per poi passare progressivamente a un energico nuovo rock, solidamente basato sul gruppo che nel frattempo aveva formato, la E Street Band, con Clarence Clemons al sax, Steve Van Zandt (Little Steven) alla chitarra, sostituito in alcuni dischi e tour da Nils Lofgren, Danny Federici all’organo, Ray Bittan al piano e Gerry Tallent alla batteria. Con loro ha preparato i primi dischi e soprattutto ha costruito la sua fama di rocker e performer ine­sauribile attraverso me­mo­ra­bili performance dal vivo. Inutile ricordare i suoi grandi successi, prima “Born To Run” (1975) e poi “Born In The Usa” (1984), uno dei dischi di rock più venduti di tutti i tempi.
Un episodio racconta meglio di tutti chi è Springsteen: la notte prima del concerto italiano del 1988, a Roma, quando stava già crescendo la sua grande popolarità in Italia, il rocker americano era ospite di un albergo in centro. Decise di concedersi una passeggiata notturna assieme alla nuova compagna Patti Scial­fa e, assieme ad altri componenti della band, arrivò alla scalinata di Piazza di Spagna dove incontrò un gruppo di ragazzi: qui non resistette alla tentazione di suonare, finendo poi per improvvisare un piccolo concerto, davanti a quell’improvvisato pubblico che non lo aveva riconosciuto. Un episodio che dice tutto del personaggio.
Nel 2019 l’artista ha debuttato nella regia cinematografica con il film-concerto “Western stars”. Del 2021 è il libro “Renegades. Born in the Usa” (2021; trad. it. 2021), raccolta di conversazioni con l’ex presidente Obama. Ora è il momento, però, di rimettere la musica al centro.