Si ritorna dove tutto è iniziato. Così, su Instagram, Francesca Michielin ha annunciato la conduzione di X Factor, il talent show che dieci anni fa le regalò il successo come cantante. Mai una donna aveva afferrato il timone del programma – prima di lei Francesco Facchinetti per 4 edizioni, Alessandro Cattelan per 10, Ludovico Tersigni per una -, ma non è il solo motivo d’orgoglio: sul palco calcato da adolescente piena di sogni è risalita infatti un’artista completa, cantante e musicista, scrittrice e presentatrice. I dieci anni scivolati sono uno scrigno di esperienze diverse, canzoni e premi, due secondi posti a Sanremo, la direzione d’orchestra sempre al festival per Emma, un romanzo dal titolo “Il cuore è un organo”, la trasmissione televisiva Effetto Terra. E ancora un ruolo da protagonista in teatro nello spettacolo “La ragazza con l’orecchino di perla” e un’apparizione nel film “Dieci regole per fare innamorare”.
La vocazione è nata con lei, nel 1995, sviluppata già in tenera età nel coro della parrocchia di Sant’Eusebio a Bassano del Grappa: la voce che si impone e svetta tra quelle delle amichette e, più tardi, d’un gruppo Gospel. Suona il basso, compone e interpreta, X Factor è un sogno e un calcio alla timidezza, è la sovrapposizione di lavoro e gioia, è uno spalancarsi di porte fiabesche, è la ragazzina del coro che apre il concerto di Battiato, è un pulmino che macina chilometri per i concerti, è il brivido di Sanremo, è la collaborazione con grandi musicisti, sono le canzoni scritte per il cinema.
Ma la ragazzina diventata donna non è solo riflettori, microfoni, applausi, incisioni. È sensibilità, attenzione alla natura. È la montagna che protegge, è il fiume in cui si specchia, è il mare che immagina e crea: mai una città che affiori dentro gli occhi socchiusi nell’ispirazione. I dischi in digipack senza plastica, gli acquisti sfusi imparati da mamma, gli abiti e i trucchi sostenibili, le borracce, la lotta agli sprechi. La natura di Francesca è il ciliegio che vede dalla finestra e nessun paesaggio, oggi che gira il mondo, la emoziona di più, e il cielo solcato dai palloncini rossi che immagina siano gli stessi volati dalle mani bambine. Francesca è amore. È studio. È rigore. È fragilità da combattere e obiettivi da inseguire. È un libro che non è musica ma con la musica c’entra, forse già nel titolo dove si parla di organo. È l’anima ambientalista, esempio quotidiano, apparsa prepotentemente in Effetto Terra, definita guida pratica per terrestri consapevoli, quasi un test da conduttrice su Sky, ruolo in fondo non slegato da quello abituale. Perché Francesca ha diffuso la cultura green, ha cercato di propiziare un cambio di pensiero prima che di singoli comportamenti, con la stessa incisività con cui affronta temi importanti nelle canzoni, a volte introspettive a volte sintesi di temi universali in cui tutti comunque possono riconoscersi: usare la voce per dare voce, la filosofia di una cantante sbucata da un talent e che oggi afferra il talent per scovare lei nuovi gioielli. Con una giuria doc composta da Rkomi, Ambra Angiolini, DArgen D’amico e Fedez con cui ha duettato. Un altro tassello nel successo, che non basta però a scongiurare l’errore sul cognome: «Non sono uno pneumatico» sorride.