Alba, 70 anni fa. Com’era la città, che cosa accadeva all’ombra delle sue torri, tra le sue vie, e nei luoghi della cultura. Quali personaggi la frequentavano ed animavano, quale spirito li pervadeva, quali prospettive intravvedevano i suoi abitanti, che dopo gli anni drammatici del fascismo, del conflitto mondiale e della guerra civile, ancora non percepivano che le prime avvisaglie di quello sviluppo economico, che culminerà nel boom soltanto negli anni Sessanta.
L’idea di “fotografare” quegli anni è venuta ad ACAdemy – la realtà creata all’interno dell’ACA con finalità di divulgazione culturale – in occasione del Centenario fenogliano. Lo spunto naturale è parso quello di riproporne l’atmosfera attraverso l’amicizia fraterna e longeva tra lo scrittore albese, Beppe Fenoglio, e lo storico presidente e padre fondatore dell’Associazione Commercianti Albesi Gian Giacomo Toppino.
Introdotto da Elena Giachino – responsabile del progetto ACAdemy -, articolato in una serie di momenti eterogenei ma collegati tra loro dalla sceneggiatura, caratterizzato da due talk – cioè due dialoghi-intervista -, l’evento ha visto il tutto esaurito, mercoledì 8 giugno presso la Sala Alba della sede ACA in piazza San Paolo. Il titolo, “Una sera, nel ‘52…”, ha individuato un anno simbolico per rappresentare un’epoca, un periodo di transizione tra gli echi ancora vividi del conflitto mondiale e un futuro di benessere, dai contorni ancora indefiniti, ma intuibili grazie alla speranza e al senso di prospettiva.
Alba è una città “fermentosa”, come la definisce appropriatamente proprio Fenoglio usando uno dei suoi celeberrimi neologismi, nella quale gli amici Gianni Toppino e Felice Campanello esortano lo scrittore a tenere le loro conversazioni letterarie in uno spazio aperto al pubblico. Questo luogo, del quale tratta con dovizia di particolari il volume “Palazzo e città” di Giulio Parusso, è il Circolo Sociale. Nel corso della serata, ne ha descritto l’attività la direttrice del Centro Studi Beppe Fenoglio Bianca Roagna – in collaborazione con il quale è stato organizzato l’incontro – raccontando gustosi aneddoti e sottolineando l’esistenza di altri luoghi della cultura – dal “Salotto Masera” al Caffè Savona, alla Libreria delle Sorelle Marchisio – di cui hanno parlato successivamente anche Antonio Buccolo e Ettore Paganelli. Intervistato da Katia Robaldo – caporedattore di ACAdemy – Buccolo ha proposto un affresco d’epoca, descrivendo l’adolescenza in tempi duri nei quali i ragazzi come lui erano animati da una curiosità speranzosa per la letteratura, la musica d’oltre Oceano, quel jazz ascoltato dal pubblico all’ingresso in sala. La sua vicinanza fisica a Fenoglio – le rispettive famiglie condividevano il cortile di casa – ha reso il racconto particolarmente sentito ed autentico. Con Paganelli, tra gli altri temi, sono stati sviluppati la svolta popolare della diffusione culturale, che arriverà negli anni Sessanta con la nascita della Famija Albèisa, ed il sano dualismo tra due giganti come don Natale Bussi e il prof. Pietro Chiodi, l’uno riferimento dell’area cattolica, l’altro dei laici, attivi in luoghi della cultura e della formazione politica e ideale come – rispettivamente – il Seminario vescovile ed il Liceo classico “G. Govone“.
Interessanti le letture, curate da Elena Giachino e dell’attore Paolo Tibaldi, di brani letterari di autori anglosassoni che venivano commentati nei luoghi letterari, così come l’evocativo accompagnamento musicale delle presentazioni fotovideo e dei momenti salienti.
In chiusura, il saluto del direttore ACA Fabrizio Pace che ha tracciato un ricordo personale di Gian Giacomo Toppino – raffinato intellettuale, distintosi nella vita pubblica e culturale di Alba di cui fu sindaco dal 1972 al 1977, presidente ACA dal 1964 al 2009 e presidente onorario fino alla scomparsa nel 2017 – dando appuntamento ad ulteriori, nuove iniziative.
cs