“Molte persone ci segnalano che in diversi seggi della Provincia di Cuneo, dove si votava per le amministrative, veniva loro chiesto se desideravano anche la scheda per i referendum. Questo è molto grave, perché dovrebbe essere il singolo cittadino eventualmente a comunicare il rifiuto della scheda, non il Presidente di seggio a domandare se intende astenersi dal voto per i referendum.” Così in una nota Filippo Blengino, Alexandra Casu e Alessia Lubèe, rispettivamente Segretario, Tesoriera e Presidente di Radicali Cuneo.
Continuano i tre: “Non ci stupisce che i referendum non abbiano raggiunto il quorum, e l’esempio, per alcuni di poco conto, segnalatoci è l’ennesimo sintomo di uno Stato che boicotta lo strumento più importante in democrazia. Prima il taglio arbitrario dei referendum eutanasia, cannabis e responsabilità civile dei magistrati, cassati in barba alla Costituzione. Poi mesi e mesi di assordante silenzio, da parte di organi di stampa e partiti. I quesiti referendari sono stati censurati, il servizio pubblico della Rai non ha fatto debita informazione, come denunciato anche da Claudio Marengo con uno sciopero della fame, insieme a molti altri, la settimana scorsa.
I referendum sono il sale della democrazia – continuano i tre radicali – e vanno fatti vivere. Oggi, come spesso accaduto nella storia della Repubblica, i potenti hanno deciso che su questi scomodi temi era meglio che gli italiani non si esprimessero, mettendo loro un bavaglio. La nostra risposta sarà semplicemente una: continuare, con gli strumenti che abbiamo, le nostre battaglie!”
Proprio durante il voto di ieri diversi radicali e attivisti dell’Associazione Luca Coscioni nel cuneese hanno fatto verbalizzare, ai presidenti di seggio, la seguente dichiarazione:” Non mi sarà permesso di votare i referendum in materia di eutanasia e di cannabis, promossi per la prima volta dopo oltre 10 anni con le firme dei cittadini, perché la Corte costituzionale li ha dichiarati inammissibili con motivazioni arbitrarie e in contrasto con quanto previsto dall’articolo 75 della Costituzione. Questa ennesima negazione del diritto ad esercitare la sovranità popolare mediante referendum va contro gli obblighi internazionali della Repubblica italiana e prefigura una violazione dei diritti civili e politici di tutti i cittadini del nostro Paese”.
c.s.