L’opinione di Antonio Patuelli

«Dobbiamo attirare investimenti, in un circolo virtuoso per il gettito fiscale. non si può avere una tassazione superiore al resto d’europa»

0
203

IL FATTO
Risparmi: gli italiani preferiscono guardare all’estero. la strada di nuovi incentivi fiscali per chi vuole effettuare investimenti, può essere la soluzione giusta?

Risparmi. Parola sempre in voga ma forse mai complicata come in questo periodo. Sull’argomento è intervenuto di recente un personaggio che ha sufficiente autorevolezza in materia: Antonio Patuelli è, infatti, il presidente dell’Abi, ovvero l’Associazione Bancaria Italiana. Oltre a commentare il tema, tanto dibattuto, del reddito di cittadinanza, ha parlato di interessi e risparmi partendo dal necessario (ma ancora lontano?) adeguamento di stipendi e pensioni: «Si deve trovare linfa economica dalla crescita e non da un’ulteriore tassazione degli onesti. In Italia dobbiamo attirare investimenti e innestare un circuito virtuoso anche per il gettito fiscale».

A proposito della ineludibile (ma fin qui elusa) armonizzazione della tassazione sui rendimenti, Patuelli ha invece aggiunto: «Sul mercato europeo deve esserci un’unica riforma fiscale così come un’unica tassazione sugli investimenti e sul risparmio, altrimenti succede che gli stati si fanno concorrenza con le aliquote fiscali. In Italia dobbiamo essere più competitivi, se consideriamo che miliardi di risparmio sono investiti legalmente all’estero ogni anno: ciò accade perché i risparmiatori sono attratti da regimi fiscali migliori. Non possiamo avere una pressione fiscale superiore a quella degli altri paesi europei».

E per quanto concerne le modalità di erogazione del credito, ha evidenziato una differenza di situazioni. «Ci sono imprese indebitate – ha detto – e altre che vanno bene, con depositi cospicui di liquidità per gli investimenti. Se osserviamo l’ammontare mensile dei prestiti, non si può pensare che sia equivalente all’ammontare degli investimenti. Ci sono imprese che vanno bene senza credito, hanno liquidità. Stesso discorso per le famiglie che chiedono mutui: le compravendite sono cresciute ma non in parallelo i mutui, visto che ci sono famiglie con liquidità sufficienti per l’acquisto della casa. Le banche devono avere la garanzia di concedere il prestito al cliente che è nelle condizioni di restituirlo».

Insomma il punto è: fare qualcosa per alleggerire la pressione. Ovvero: «Non soffocare i debitori (imprese in primis) con scadenze dei prestiti troppo ravvicinate. Gli ultimi provvedimenti vanno, del resto, in questo senso: semplificazione dell’adozione di misure energetiche green, eoliche, solari con incentivi alle aziende in difficoltà di liquidità e sostegni alle imprese». Molto importante sarebbe anche un meccanismo capace di regolare efficacemente il rapporto tra debito e Pil. Patuelli, a questo proposito, ha espresso il suo parere sul trattato di Maastricht: all’inizio doveva essere solo una sperimentazione, e invece «è rimasto inalterato per trent’anni. Prima della pandemia una verifica di Maastricht doveva già essere prevista. Ora bisogna davvero pensare a nuovi meccanismi visto che Maastricht non ha favorito la crescita».