Smorfie reali

Le tenere intemperanze del principino Louis durante i festeggiamenti della bisnonna regina hanno avvicinato la Royal family alla gente comune: alla solidarietà dei genitori di tutto il mondo con mamma Kate aggiungiamo quella con un bambino simpaticissimo e... fin troppo paziente

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Smorfie reali. Capricciose, buffe, annoiate. Gambette inquiete e manine irrequiete, allungate sul viso di mamma o contratte in un marameo birichino. Così, con la vivace spontaneità dei quattro anni, il principino Louis è diventato protagonista del Giubileo di Platino della bisnonna regina. Un debutto in società simpaticissimo per il figlioletto di William e Kate Middleton, fin qui esentato da eventi ufficiali e uscite pubbliche, giustamente protetto da una bolla di discrezione, assente alla messa di Pasqua e a quella commemorativa del principe Filippo.
La sua tenerezza, attraverso le immagini tv e i rimbalzi social, ha conquistato milioni di persone, ma soprattutto, prima di tutto, ha contagiato la famiglia: il nonno Carlo che lo ha preso sulle ginocchia, lo zio Mike che dalla poltrona dietro l’ha bonariamente redarguito, la stessa Elisabetta che durante la parata ha rivolto verso la tribuna gioiosi sorrisi, il fratellino George in bilico tra divertimento e imbarazzo, la sorellina Charlotte che s’è sfilata il cappottino e ha provato a calmarlo. Ritratto umanissimo, quadretto di famiglia dolcemente imperfetta: dispettucci e rimbrotti in una cornice di normalità che ci avvicina a personaggi lontani per censo e vita, solitamente algidi nella perfezione delle immagini diffuse, tra colletti inamidati e pose compite. I meme diventati virali – gli schiaffetti a mamma, le pernacchie, il musetto arricciato, il balzo in piedi sulla sedia per veder meglio, l’urlo e la linguaccia – hanno aggirato il protocollo e ridotto il canyon tra noi mortali e la Royal Family: abbiamo rivisto l’insofferenza, l’agitazione, la stanchezza dei nostri piccoli e la nostra quotidiana difficoltà nel gestirli: la Duchessa di Cambridge, sempre impeccabile, che come ogni mamma del mondo, ogni tanto, non sa che pesci prendere quand’anche il rimprovero scivola nel vuoto e a poco serve perfino l’appoggio dei parenti giocosamente autoritario o affettuosamente distraente. A noi capita al supermercato, in auto, al ristorante, a lei a un evento storico ma la sostanza non muta: dolcemente disarmata, inutilmente dura, teneramente impotente.
Mamme e papà d’ogni luogo solidarizzano con lei, l’abbracciano idealmente per averli consolati, ché se le migliori tate del mondo ti lasciano vulnerabile figurarsi noi con zii e nonni che viziano o baby sitter d’estrazione popolare. Eppure, sarà che in fondo siamo rimasti un poco bambini, prima che con mamma Kate solidarizziamo con Louis. Che non ha rotto il protocollo, lo ha appena scalfito, giustamente in fondo a un’ammirevole pazienza. In quattro giorni di festeggiamenti gli è stato risparmiato solo un concerto, eppure insofferenza e agitazione sono affiorate solo alla fine e, se vogliamo dirla tutta, in maniera buffa ed empatica, senza un’oncia di quella prepotenza infantile che spesso lascia interdetti o perfino disperati. Sapete che la maggior parte dei suoi coetanei fatica a star seduto a pranzo quindici minuti? Guardate cosa s’è sobbarcato il principino e allora avrà lodi, non ramanzine.