Alle prime luci dell’alba della mattina del 7 giugno i Carabinieri del Gruppo Forestale di Biella coadiuvati da militari provenienti dalle province di Vercelli, Cuneo e Torino, hanno dato esecuzione a cinque decreti di perquisizione e sequestro delegati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Torino, presso un noto impianto di gestione rifiuti con sede in Valle Elvo. Sei in tutto gli avvisi di garanzia, tra titolari e dipendenti.
L’ipotesi di reato è quella di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, delitto previsto dall’art. 452 quaterdecies del Codice Penale, e punito con la reclusione da 1 a 6 anni; nel caso di rifiuti ad alta radioattività la pena è da 3 a 8 anni.
L’attività d’indagine è scaturita dalla vigile attenzione per l’ambiente da parte dei militari della Stazione Carabinieri Forestale di Sordevolo che hanno raccolto elementi indizianti circa l’anomala presenza di rifiuti edili impiegati per la realizzazione di una strada forestale all’interno dei boschi posti nelle vicinanze dell’impianto. L’attento monitoraggio del territorio avviato a seguito di tali fatti è proseguito anche con l’impiego di mezzi aerei, attività resa possibile dalla collaborazione tra Carabinieri Forestali ed il Nucleo Elicotteri Carabinieri di Volpiano (TO).
Gli approfondimenti successivi sono stati condotti dai militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Biella (NIPAAF) con il supporto operativo di militari provenienti da altri Reparti della Provincia di Biella e Vercelli. Il quadro indiziario emerso è quello di una sistematica illecita gestione di ingenti quantitativi di rifiuti, anche pericolosi.
Oltre all’acquisizione a fini probatori della documentazione di gestione aziendale e dei dispositivi informatici rinvenuti presso gli uffici dell’azienda e presso le abitazioni degli indagati, gli inquirenti hanno individuato e sequestrato alcune aree dell’impianto in cui sono stati rinvenuti ingenti quantitativi di rifiuti di svariata natura in violazione alle prescrizioni imposte dall’autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’impianto dalla Provincia di Biella.
Tra i rifiuti posti in sequestro all’interno dell’impianto, numerosi sono quelli riconducibili allo smaltimento illecito di rifiuti prodotti nel settore edile, unitamente ad altri rifiuti destinati ad essere smaltiti all’estero, la cui reale natura e pericolosità risulta al momento in fase di verifica.
Ulteriori accertamenti proseguono al fine di verificare l’entità del danno arrecato all’ambiente riconducibile all’operato dell’azienda e di stabilire le modalità di bonifica necessarie per ripristinare il prima possibile l’integrità dell’ambiente.
Si evidenzia che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati devono ritenersi innocenti fino a sentenza passata in giudicato.
c.s.