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Roberto Bonifetto saluta Savigliano dopo 12 anni: “Non è stato facile lasciare una famiglia”

Il tecnico traccia un bilancio: “Abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Alcune persone che c’erano nel 2010 erano presenti anche in A3: un orgoglio”

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Quando ad agosto si tornerà in palestra, a Savigliano tanto sarà cambiato. E farà un certo effetto accorgersi che dopo 12 anni al timone di comando del Monge Gerbaudo Savigliano non ci sarà più Roberto Bonifetto, che con i colori biancoblu è cresciuto come tecnico, facendo crescere a sua volta una realtà arrivata ad affermarsi come un’eccellenza a livello territoriale piemontese.

L’ormai ex tecnico saviglianese riassume ai nostri microfoni ragioni e sentimenti della “separazione consensuale”: “È stato un normale evolversi delle cose: dopo tanti anni insieme, c’era la consapevolezza da parte di tutti che era tempo di cambiare. Io ero in una condizione in cui, per motivi personali, di più non potevo, ma per affetto di meno non volevo, perché ho amato e amo Savigliano. Ovviamente, la voglia di lasciare non c’era, perché sono in palestra dal settembre 1984, quando ho iniziato la mia carriera da giocatore, per cui non è stato facile. Ho scelto, però, di farmi forza perché era il momento. Lascio una famiglia in modo sereno: ho dato più del possibile e ho ricevuto altrettanto”.

Difficile riassumere in poche righe un percorso così lungo, quasi senza eguali nella storia del volley: “Abbiamo fatto un percorso incredibile, iniziato insieme nel 2010. Se penso a quello che eravamo e poi a quello che abbiamo raggiunto quest’anno, sembra incredibile. La cosa fantastica è che alcuni di quelli che c’erano nel 2010 erano presenti anche nel mio ultimo giorno”.

Ancora più complesso, però, è stilare una lista dei ringraziamenti: “Savigliano era diventata la mia quotidianità: sapevo che mi alzavo al mattino, andavo a lavorare e che poi la mia giornata sarebbe finita in palestra. Sarà un qualcosa di irripetibile: mi sentivo libero di fare e decidere. Non sono un tipo “social”, quindi non stilerò, credo, una sfilza di “grazie”. Se dovessi ringraziare qualcuno in modo rappresentativo, partirei dal Ds Corrado Caula, punto di riferimento incredibile, che è la dimostrazione vivente del percorso che abbiamo fatto, perché siamo cresciuti insieme di fatto, facendo un passo alla volta. Avevamo consolidato una fiducia reciproca che è stata decisiva in questi dodici anni”.

Bonifetto ritorna poi sull’ultima annata, conclusasi con la retrocessione in Serie B, prima dell’acquisizione del titolo per fare ancora la Serie A3: “Ovviamente, avrei voluto che la stagione avesse avuto un epilogo diverso, ma credo comunque che abbiamo fatto tantissimo anche quest’anno. Sfido altre realtà ad affrontare la Serie A3 in modo dignitoso come abbiamo fatto noi, sapendo qual era il punto di partenza. Ce la siamo giocata con tutti, anche con chi è poi salito di categoria, sempre con le nostre forze e con un gruppo che l’anno prima, a sorpresa, aveva vinto la Serie B”.

E ora? Nessun progetto a breve termine: “Non sono stimolato dall’idea di fare passi indietro in termini di categoria, lo ammetto, ma non mi sono guardato attorno, proprio perché in questo momento credo che avrei solo voglia di alzare l’asticella. Ho lasciato proprio perché tutto ciò non è possibile. Vista anche la mia età, non potrò stravolgere la mia vita, nella quale il volley resterà sempre una parte importante ma non totalizzante. Quindi, penso proprio che sarà un anno senza pallavolo. Non sarà una pausa di riflessione, perché della palestra ho sempre voglia, ma un qualcosa di fisiologico. Poi, in futuro, se qualcosa si muoverà, ascolterò ogni proposta come ho sempre fatto”.