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Cuori di pelo. Chi guida? L’asinella

Una famiglia con quattro bimbi in viaggio a passo lento dalla Francia e diretta in Palestina. Con una casetta improvvisata su un carretto e un “motore” molto speciale

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Sono entrati in Italia dalla Val di Susa, Yousef Najmeddin, Matilde e i loro quattro figli, viaggiando a passo lento. Dalla Francia verso la Turchia, la Siria e infine la Cisgiordania. Perché l’uomo, che fa il falegname e oggi ha la nazionalità francese, ha deciso di portare la propria famiglia a vivere nella sua terra d’origine, lasciata nel 2010 per cercare fortuna nel cuore d’Europa insieme alla compagna conosciuta in Palestina, dove all’epoca la donna girava un documentario.
Il viaggio della famiglia di Yousef Najmeddin è iniziato alcune settimane fa, quando i sei tra adulti e bambini dai due ai dieci anni d’età hanno allestito una casa di fortuna su un carretto trainato dall’asinella Nina, che li porterà nell’arco dei prossimi mesi a valicare i confini di diversi stati: l’Italia, poi alcune nazioni dell’ex Jugoslavia, infine i paesi del Medio Oriente. A piccole tappe di poche decine di chilometri per volta. La famigliola fa molte soste e non viaggia mai per più di 4 ore proprio per evitare che l’asinella si stanchi.
Il viaggio non sarà facile, nè rapido. La famiglia Najmeddin confida sull’aiuto e la solidarietà delle persone che Yousef, moglie e bambini incontreranno lungo il loro cammino. Cammino che ha visto l’allegra piccola carovana valicare il Mon­cenisio, toccare Bussole­no, San Didero, Sant’Anto­ni­no e altri paesi della Bassa Val Susa, in direzione di Torino. A Poirino c’è stata una piccola disavventura: l’asinella è fuggita per una notte ma è stata poi fortunatamente ritrovata. Dal Piemonte la rotta tracciata è verso il Friuli.
Per arrivare in Slovenia, ha fatto tappa nell’Astigiano con direzione Kosovo, poi Bulgaria, Turchia e Siria prima di approdare a destinazione. Yousef spiega così semplicemente il modo originale di viaggiare: «In questa maniera abbiamo la possibilità di incontrare molte persone, dialogare e spiegare perché stiamo facendo questo e molti si incuriosiscono. Siamo molto felici di raccontare la nostra impresa e molti ci stanno anche aiutando in modo concreto». A realizzare un grande sogno: «Voglio tornare in Palestina e portare lì la mia famiglia. La Palestina è la mia terra, lì c’è il mare che io non ho mai visto perché non ci era concesso e io voglio vedere il mio mare, ma soprattutto voglio andare in quella terra perché è il posto in cui sono nato».