Cuneo resta al centrosinistra con la vittoria di Patrizia Manassero, che ha ottenuto il 63,31% delle preferenze contro il 36,69% dell’avversario Franco Civallero, sostenuto dal centrodestra. «Un tetto di cristallo è stato rotto», ha comentato Manassero, che è la prima sindaca donna della città e anche prima esponente Pd alla guida del Comune.
Succede a Federico Borgna, a sua volta primo sindaco ipovedente in Italia di un capoluogo di provincia, che dopo dieci anni lascia la politica attiva. «Sono la prima donna sindaco? Non sarà una notiziona nel 2022 ma per questa città lo è. E io sono felice, felice per tutte le donne» ha detto Patrizia Manassero poco dopo la chiusura delle urne. La neo sindaca è una cuneese doc. Nata e cresciuta in città, ho frequentato l’Itc F. A. Bonelli, dove si è diplomata ragioniera a pieni voti alla fine degli anni ’70. È sposata e ha due figlie, Roberta e Michela.
«Ho accettato di candidarmi a sindaca di Cuneo, spinta dal desiderio di mettere testa e cuore a servizio di un progetto che guarda al futuro della città. Da un lato, la testa richiama alla conoscenza e alla volontà di proseguire quanto è stato fatto finora, documentato da azioni concrete e numeri reali: riduzione del debito pubblico, potenziamento del personale comunale, salvaguardia della spesa per il sociale, attenzione all’ambiente per una città sempre più smart e interconnessa. Dall’altro lato, il cuore è volto alla ricerca delle opportunità offerte dalle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per rendere Cuneo una città ancora più bella, più giovane, più ospitale ed attrattiva, oltre che attiva e vivibile, accessibile e operosa. Utilizzare al meglio queste risorse significa mettere in atto una grande operazione di rigenerazione urbana, finalizzata a migliorare la qualità della vita in città». Progetto certamente ambizioso ma che, nei fatti, già negli ultimi anni ha preso forma sotto gli occhi dei cuneesi grazie per esempio a una migliore vivibilità delle vie del centro.
Guardando alle coalizioni, Cuneo è stato l’unico capoluogo del Piemonte al voto dove Movimento 5 Stelle e Pd hanno corso separati. Il Pd si è piazzato primo tra liste e partiti (17,99%, tre volte di più di Fratelli d’Italia e Lega) e il Movimento 5 Stelle con la candidata Silvia Cina si è fermato all’1,7%: non entreranno in Consiglio dopo dieci anni di opposizione.
La lista Forza Italia-Udc a sostegno di Civallero, che ha preso l’1,4% dei voti, avrebbe espresso un solo consigliere e solo nel caso in cui avesse vinto il centrodestra. E non ci saranno apparentamenti, perché gli altri esclusi avevano lasciato libertà di scelta ai loro sostenitori, mentre il candidato Beppe Lauria (quarta corsa a sindaco, sostenuto da civiche, Italexit, Rinascimento Sgarbi e Popolo della famiglia) aveva invitato esplicitamente a boicottare il secondo turno. FdI ha superato il 6% per la prima volta, con 33 voti più della Lega: per il meccanismo elettorale il partito di Giorgia Meloni avrà due consiglieri dopo la sconfitta al ballottaggio (tra cui Massimo Garnero, imprenditore e fratello di Daniela Santanchè) contro uno solo della Lega.