È ufficialmente insediata, seppur vi operi già da qualche settimana, Confindustria Cuneo che, nel corso dell’Assemblea annuale ha presentato con una festa, accompagnata da motivate riflessioni e ospiti illustri, la nuova sede dell’associazione frutto del cantiere che ha ristrutturato e riportato agli antichi lustri “Casa di Betania”. A fare gli onori di casa, il presidente Mauro Gola e il direttore Giuliana Cirio che hanno avuto il piacere di poter annoverare tra i tanti illustri ospiti, il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, amico personale di Mauro Gola come confermano le sue pubbliche dichiarazioni: «La mia candidatura nazionale è maturata proprio qui a Cuneo, su sollecitazione di Mauro. Non so se sia stato un consiglio da amico, perché da allora è veramente successo di tutto: pandemia, crisi energetica, guerra, crisi ambientale…», ha commentato sorridendo, e ribadendo: «Ti ringrazio Mauro per il supporto che non fai mai mancare al sistema di rappresentanza di Confindustria: sempre pronto a dare e mai a chiedere. E per noi imprenditori che siamo anche degli individualisti è una dote non da poco». Ha poi aggiunto parlando del Comparto: «Un quadro economico molto complicato, che non nasce oggi. Nella discussione mediatica alla quale assistiamo pare che tutto sia imputabile al conflitto russo-ucraino. In verità i problemi nascono prima. È dall’autunno dello scorso anno che Confindustria lancia un monito: il Paese dopo un ottimo periodo di rimbalzo, non di crescita, ha cominciato a rallentare. Con queste premesse auspicavamo che nella legge di bilancio dello scorso anno la stella polare degli interventi messi in campo dal Governo fosse “l’ossessione alla crescita”. Purtroppo però non è stato così e se riflettiamo sugli interventi di finanza pubblica negli ultimi tre anni sono solo tre gli esempi da annoverare. Il primo fa riferimento al reddito di cittadinanza che – e l’ho ribadito in più occasioni – se utilizzato come strumento di contrasto alla povertà ci vede pienamente d’accordo. Va riformato, migliorato ma rimane condivisibile. Abbiamo invece criticato le politiche attive all’interno del reddito di cittadinanza e mi riferisco ai “navigator”. Il secondo intervento è quello relativo a quota 100 che ci costerà sino al 2030 28 milardi di spesa aggiuntiva previdenziale. Abbiamo mandato in pensione chi un lavoro ce lo aveva, perché sostenevano che questa manovra servisse ad assumere altre 4 persone. Forse non avevano mai parlato con una platea di imprenditori… Il risultato è stato 0,4 neanche l’effetto sostitutivo sperato. Il terzo intervento effettuato è quello dei bonus 110% che ha riguardato settori che erano da decenni in affanno, ma in realtà la misura ha generato il depotenziamento dello strumento Industria 4.0 che garantiva una spinta alle grandi transizioni: digitali, ambientali, energetiche… Poi è arrivato il conflitto russo-ucraino e i suoi effetti perdureranno per lunghi periodi, generando una crescita appena al 2%, non sufficiente per il nostro Paese. Un risultato che ci renderà asimettrici rispetto agli Stati Uniti e al resto d’Europa. Nel silenzio più assoluto poi, a fine maggio 2022 l’Istat ha rivisto alcuni dei parametri con cui si calcola il Pil… Sul fronte delle sansizioni siamo stati in silenzio ma chiediamo che si apra un periodo di riformismo competitivo. Riforme che attendiamo da trent’anni e che sono la base per far diventare il nostro Paese efficiente, inclusivo, sostenibile e che oggi possono contare sulle preziose risorse offerte dal Pnrr».
L’inaugurazione alla quale hanno partecipato autorità civili e militari, e naturalmente le 1.146 imprese associate, è stata anche l’occasione per ammirare i nuovi spazi di via Bersezio a Cuneo. Quattro piani: 2.200 metri quadrati ripartiti tra una cinquantina di uffici, aree per corsi e formazione, spazi aggregativi come la sala “Michele Ferrero” dotata di tecnologia audio e video d’avanguardia che è stata anche, per questo evento, il luogo ove si è svolta l’assemblea privata riservata agli associati.
L’ampio giardino interno di 3.300 metri quadrati è stato invece il palcoscenico per un incontro pubblico che ha visto alternarsi al centro della scena ben sette illustri ospiti.
Ad introdurli il presidente Gola che ha sottolineato: «siamo chiamati a essere costruttori del bene comune e artefici di un nuovo umanesimo del lavoro, perché cresca un’economia di tutti e per tutti».
Ecco allora introdotto il tema centrale dell’incontro che ha sollecitato gli auterevoli pareri dello psichiatra e scrittore Paolo Crepet; della direttrice della Sc di Cardiologia del “Santa Croce e Carle” di Cuneo Roberta Rossini; del rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco; dell’imprenditore Marco Lavazza; della conduttrice, scrittrice, blogger e autrice televisiva Licia Colò; del teologo Paolo Curtaz; del generale di corpo d’armata, comandante delle Forze operative Sud, Giuseppenicola Tota.
«Abitare i nostri tempi è il mood che abbiamo declinato in sette settori con sette ospiti d’eccezione», ha sottolineato il direttore di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio. «Abitare la famiglia; abitare la religione; abitare la salute; abitare il pianeta; abitare la società; abitare la Patria e abitare l’Impresa. Abbiamo biosgno di capire, ecco perché oggi ci siamo interrogati sulle possibili alternative, cercando di offrire risposte nuove all’impresa che nasce sull’eredità di un modello vecchio, attento solo al prodotto, al commercio… Un’impresa umanistica che ha una consapevolezza di essere un importante soggetto sociale».
Un viaggio utile nel quale dopo l’introduzione, ambito per ambito, di emozionanti video, dal cartone animato del Re Leone, a Peppone e don Camillo, da Franco Battiato con la sua struggente “La cura” sino ad una intervista in bianco e nero di Paolo Villaggio, ciascuno dei protagonisti ha posto l’accento. Paolo Crepet ha ragionato su famiglia ed educazione: «Un dato alcuni anni fa accese un campanello d’allarme preoccupante: il 30% delle aziende nel passaggio generazionale muore. Riflettendo ho capito che il problema non era la globalizzazione, ma la famiglia, l’educazione. Da non considerarsi una Spa perché sennò si è perso già in partenza. E poi c’è la scuola, la meritocrazia, ma occorre che anche i genitori imparino ad esserlo. È una realtà scomoda di cui occorre prendere atto, altrimenti i danni psicopatologici saranno enormi».
Roberta Rossini, direttririce Sc Cardiologia Ospedale “Santa Croce e Carle” di Cuneo si è invece soffermata sulla salute: «che significa abitare la prevenzione perché le malattie cardio-celebro vascolari sono la prima causa di morte in tanti paesi. È necessario prendere coscienza del rischio, che riguarda le donne in misura non minore rispetto all’uomo». La cardiologa ha trattato anche i temi della leadership femminile e del gender gap.
Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino, ha concentrato l’intervento sulla tecnologia, domandando a se stesso e alla platea «Cosa serve invece all’ingegnere di oggi? Prima di tutto innovazione, capacità di lavorare in team e ha ricordato che ai giovani è richiesta la multidisciplinarietà».
Marco Lavazza, imprenditore ha fotografato i cambiamenti dell’impresa ponendo l’accento su «sostenibilità e ambiente, temi centrali per le aziende. Ma non dobbiamo dimenticare che il capitalismo che non tiene conto del benessere sociale è finito: la globalizzazione senza freni è un paradigma sbagliato».
Licia Colò, volto noto della tivù nel suo intervento sul pianeta ha sottolineato: «Voi imprenditori avete una forza che non genera solo benessere economico… I problemi ambientali sono frutto di strategie collettive ed individuali che ciascuno di noi può attuare per consegnare alle nuove generazioni una strada percorribile…».
Il teologo Paolo Curtaz ha ribadito: «ricordatevi che siamo mortali ed il Covid ce lo ha insegnato», mentre il generale di corpo d’armata, comandante delle Forze operative Sud, Giuseppenicola Tota ha rimarcato: «il valore della patria e dell’identità». Una fotografia complessiva che raffigura «un’industria olivettiana che si ispira e fa riferimento all’umanesimo e punta a diventare motore sociale di uguglianza».