Il Comune di Alba, la Gio­­­stra delle Cento Tor­­­­­­ri e la Fondazione Ra­dici, nei giorni scorsi, hanno lanciato sui canali social il teaser ufficiale del film “La Banda degli Asini”, il racconto di una città e di un modo di vivere che spazia tra la voglia di gioire, la passione di stare insieme e la tradizione delle radici culturali di un’intera comunità. “La Ban­da degli Asini” di Max Chicco è un film prodotto dalla casa di produzione Meibi, in collaborazione con la Città di Alba, Fon­dazione Radici, Giostra delle Cento Torri, Ente Fiera di Alba e con il supporto della Fon­da­zione Crc e di Film Com­mission Torino Piemon­te. Ne abbiamo parlato con il presidente della Giostra delle Cento Tor­ri, Luca Sensibile.

Presidente Sensibile, partiamo dagli inizi: com’è nata l’idea del film?

«Prima dell’epoca Covid. L’idea era di raccontare e far conoscere tutto il mondo che sta dietro al Pa­lio degli Asini e alla Rie­vo­ca­zione Storica. In una parola: i Borghi. Sono loro l’anima di questi imperdibili appuntamenti che, oltre a far parte della più autentica tradizione albese, costituiscono ormai un elemento di grande richiamo per i visitatori, stranieri ma non solo».

Come si sviluppa la storia?

«I protagonisti sono nove giovani albesi, rappresentanti di altrettanti Borghi cittadini. Svolgono attività anche mol­to differenti tra loro ma sono accomunati da un forte legame di amicizia e dall’attaccamento alla città e, più in particolare, al Borgo di cui fanno parte».

E poi cosa succede?
«Il loro splendido legame si “interrompe” a pochi giorni dal Pa­lio. Da sempre, questo evento è capace di congelare ogni rapporto. Nei momenti prima e durante la gara non c’è amicizia che tenga (ride, nda). Le loro giornate diventano frenetiche e cariche di tensione (positiva), in attesa del grande evento. Poi, ecco che, finalmente, arriva il momento della Rie­vo­cazione Storica e del Palio, in cui ciascuno dei nove ragazzi ce la mette tutta per far primeggiare il proprio Borgo di appartenenza. Il regista Max Chicco ha reso queste emozioni in modo straordinario».

Che ruolo ha gio­cato il Covid?
«L’emergenza sanitaria non ha risparmiato nessuno, nemmeno i Borghi, che hanno do­vuto fare i conti con limitazioni e chiusure. Nel film, tut­to ciò viene mostrato con le chat che si scambiano i ragazzi con telefonino e computer. Deside­rano tornare a vivere la loro giovinezza in compagnia dei loro amici e far crescere il loro Borgo che tanto amano».

La scelta di organizzare – seppure con forti limitazioni – Fiera e Palio è stata sicuramente d’aiuto per i ragazzi.

«Nel 2020 il Palio si è svolto a porte chiuso, mentre nel 2021 è stato proposto con una capienza di persone limitata: la scelta di organizzarlo comunque è stata estremamente positiva; si è lanciato un messaggio concreto a chi, come i giovani, rischiava di perdersi maggiormente du­rante il lockdown. Si è portata avanti una tradizione e si è fatto intendere che i Borghi sono più forti di qualsiasi pandemia».

Ora la palla passa ai giovani…

«Proprio così. Per questo, nel film, sono stati scelti nove giovani a rappresentare i Borghi albesi. Il nostro impegno è proprio rivolto a questo: incentivare la partecipazione delle giovani generazioni alla vita dei Bor­ghi. Anche perché vi­ve­re appieno i Borghi significa beneficiare di importanti oc­casioni di aggregazione e accrescere il senso di appartenenza ad Alba, alla sua comunità, alla sua storia, alle sue tradizioni».

È fiducioso?
«Assolutamente sì. I Borghi, come del resto tutte le associazioni e le realtà impegnate nella promozione di eventi e di iniziative aggregative, hanno vissuto momenti piuttosto complicati con la pandemia. Ma non hanno mai smesso di essere determinati e speranzosi, esprimendo un forte desiderio di ripartenza».

Ora dunque non resta che at­tendere il prossimo Palio…
«Il lavoro è intenso. Il Palio ver­rà riproposto in piazza Duomo, oltre che in streaming. La sfilata storica sarà animata da oltre 850 figuranti… E co­me aperitivo ci sarà il film! L’o­biettivo è lanciarlo nei giorni precedenti il Palio, per poi diffonderlo su larga scala, magari rendendolo disponibile anche sulle maggiori piattaforme digitali».