Partendo dall’assunto che nutrirsi non è una scelta ma necessità, Inalpi questa mattina ha posto al centro del dibattito, organizzato presso la sua sede di Moretta, un tema fondamentale sul quale riflettere: la qualità alla portata di tutti.
Chiamati a discutere sull’importanza di saper scegliere, moderati nella prima parte da Matteo Torchio, responsabile marketing e pubbliche relazioni di Inalpi Spa, e successivamente da Luca Ferrua, direttore “Il Gusto”, sono stati Ambrogio Invenizzi presidente Inalpi Spa; Mario Gasbarrino, amministratore delegato Decò Italia; Riccardo Uleri, presidente Longino&Cardenal Group e Andrea Biagini, consulente food & lifestyle.
Un incontro fortemente voluto da Inalpi, dal quale sono scaturite reali visioni del rapido cambiamento del mercato del Food e delle principali richieste dei consumatori, oltre a interessanti spunti sulle nuove rotte da intraprendere e mantenere.
Si è partiti dall’analisi di alcuni importanti dati che hanno evidenziato come ogni anno venga prodotto cibo per 12 miliardi di persone, quando l’intero pianeta è abitato da circa 7 miliardi. E ancora, si producono globalmente 931 milioni di tonnellate di scarti di cibo ogni anno (dati 2019) di cui il 61% proviene dalle famiglie, 26% dalla ristorazione e il 13% dalle vendite al dettaglio.
Cinquecentosettanta milioni di tonnellate hanno origine domestica, come riportano i dati Unep – Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente – United Nations Environment Programme. A fronte di questa analisi, si palesa un altro dato che pare in netto contrasto con i numeri precedenti: secondo infatti le agenzie delle Nazioni Unite, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Banca Mondiale, quasi 690 milioni di persone sono denutrite.
Approfondendo poi il solo aspetto della sostenibilità, è necessario ricordare che il 30% delle emissioni globali di CO2 provengono dal comparto agroalimentare che, se confrontate con le emissioni prodotte dal sistema di mobilità che sono pari al 17%, bene danno l’immagine dell’impatto che il sistema alimentare ha sulla terra.
Il cibo, risorsa fondamentale per l’essere umano, deve essere ripensato nella consapevolezza che si tratta di una risorsa limitata: una minor produzione ma di qualità e che possa essere accessibile a tutti, non è quindi solo una scelta auspicabile, ma una strada obbligata per il futuro del pianeta.
Nel suo intervento Ambrogio Invernizzi, presidente Inalpi, ha sottolineato quanto siano fondamentali alcune scelte aziendali: la ricerca della qualità, la sostenibilità, la giusta remunerazione, l’attenzione per il territorio, tutti principi che sono insiti nel Dna di Inalpi: «È necessario aumentare la qualità dei prodotti e al contempo, diminuire l’impatto sull’ambiente. Diventa esigenza sempre più pressante mettere in commercio prodotti buoni con metodi di conservazione alternativi e innovativi, per risolvere problemi di logistica e stoccaggio in alcune parti del mondo. È inoltre indispensabile informare e formare, incontrarsi e confrontarsi, è l’unico modo per affrontare la realtà e trovare il modo per crescere proseguendo sulla strada della qualità etica e sostenibile. Inalpi ha intrapreso questo cammino 12 anni fa, ed è in continua evoluzione. È un’evoluzione che però non riguarda solo l’azienda, ma tutta la filiera del latte piemontese, dai conferitori alla distribuzione».
Mario Gasbarrino, amministratore delegato Decò Italia ha posto l’accento sul cibo di qualità alla portata di tutti. La grande distruibuzione gioca un ruolo fondamentale in questa grande sfida perché parla direttamente alla “pancia” del consumatore. Nel suo intervento ha ribadito: «Il problema attuale non è il cambiamento, ma la velocità di cambiamento. La scelta di prodotti di qualità, al giusto prezzo, sarà l’unica via che consentirà la sopravvivenza». Ha poi puntato il dito sull’importanza dei buyer che «hanno il compito imprescindibile di trovare nuovi prodotti, che rispettino indici di qualità e sostenibilità» e ha sottolineato quanto la grande distribuzione debba cambiare politica: «Non è più tempo di basare la propria offerta su volantini o sconti sempre più forti, è oltretutto acclarato quanto le offerte 3×2 generino sprechi. La vera sfida è fare arrivare ai consumatori prodotti di qualità a prezzi accessibili. Il gruppo Decò ha rilanciato il marchio storico del Gastronauta, proprio con l’intento di offrire al cliente finale un prodotto di alta qualità, frutto di un’attività di scouting, ricerca importantissima, troppo spesso trascurata dalla grande distribuzione. Il consumatore è passato, in pochissimi anni, dalla richiesta di prezzi bassi, alla richiesta di prodotti di qualità al giusto prezzo».
Riccardo Uleri, presidente di Longino&Cardenal Group, ha affermato che il suo gruppo ha fatto della qualità l’obiettivo principale, rimarcando: «An-diamo dai produttori alla ricerca del miglior prodotto e portiamo anche i giornalisti a conoscere le aziende. Lavoriamo essenzialmente con il mondo della ristorazione, ma attraverso il nostro canale di e-commerce ci siamo accorti che, anche chi compera prodotti da utilizzare a casa, è alla ricerca della qualità e della particolarità. È importante sottolineare un concetto: il prodotto di qualità è di per sé sostenibile e diventa sempre più importante mangiare meno, e in modo più vario, per mangiare meglio». Ha poi aggiunto: «la qualità può essere riscontrata in tutti i prodotti, dal caviale alla mortadella: non dobbiamo confondere la qualità con il lusso».
Andrea Biagini, consulente Food & Lifestyle – 32 Consulting, che si occupa di comunicazione, ha messo in evidenza quanto sia difficile far comprendere il concetto di qualità e di quanto invece sia importante per le aziende mantenere un atteggiamento coerente su ciò che producono.
«Comunicare la qualità è assolutamente necessario, le industrie del food devono far emergere l’etica e farla capire sino in fondo al consumatore, attraverso la loro storia e la filosofia che sta alla base dei loro prodotti. È inoltre molto importante investire sui giovani consumatori, perché la qualità va insegnata fin da piccoli. L’Italia è il paese con la maggior cultura del cibo nel mondo, con il maggior numero di prodotti eccellenti: viviamo in un paese straordinario e anche alcune forme di spettacolarizzazione della cucina, che sono per lo più criticate, hanno in verità, e dobbiamo ricordarlo, avuto la capacità di avvicinare i giovani alla cultura del cibo e alla ricerca della qualità».