Home Senza categoria Lineaufficio: il valore della collaborazione

Lineaufficio: il valore della collaborazione

Progetti e soluzioni personalizzate per ambienti di lavoro che raccontano una storia capace di oltrepassare mode e avanguardie estemporanee

0
190

Opera nel settore dell’arredamento per ufficio dal 1970, con una struttura in grado di offrire un’ampia gamma di servizi e prodotti comprensivi di consulenza, progettazione, preventivi, fornitura, coordinamento e posa. Da anni protagonista del mercato, conosciuta per la professionalità, LINEAUFFICIO di Saluzzo (via Savigliano 109/A; tel. 0175-42882; www.lineaufficio-saluzzo.it) coniuga efficienza e stile applicati ai luoghi lavorativi. Questa settimana, la sua titolare Paola Mellano, presenta ai lettori di Idea l’intervento re­a­li­zzato presso l’azienda Lantek di Ro­reto, frutto della preziosa sinergia progettuale operata in collaborazione con lo Studio Graziano e Imbimbo di Alba.

«Abbiamo scelto di dar vita ad una nuova sede per riuscire a realizzare un nuovo polo tecnologico-commerciale. Il nuovo edificio conta più di 1.200 metriquadrati, divisi su due livelli e con un grande giardino. La nuova sede è stata progettata e realizzata con grandi spazi, luminosi e ben organizzati, per promuovere la collaborazione tra team e adattarsi in maniera più efficace alle nuove esigenze dei dipendenti e dei clienti. Grazie alla collaborazione con lo Studio Graziano e Imbimbo e con la LINEAUFFICIO di Saluzzo sono stati realizzati nuovi spazi per fornire al team l’opportunità di lavorare e continuare a crescere», sottolineano Sergio Castagnino e Giovanni Roggia, titolari della Lantek.

Quale è stato l’approccio del vostro studio per l’intervento presso la Lan­tek di Roreto di Che­rasco?
«Per il progetto di ogni spazio occorre considerare in primo luogo la funzione cui sarà adibito nel rispetto delle condizioni ambientali in cui prenderà posto; il nostro studio di progettazione è costituito da un ingegnere e un architetto e in questa ottica questo fatto semplifica le cose. La forma e le superfici saranno la diretta conseguenza della funzione che sono tenute ad assolvere e alla forma e alle superfici ciascun progettista potrà dare il proprio contributo, che – secondo questo assunto – non potrà che essere un contributo parziale, essendo già definiti – nella funzione cui sarà dedicato lo spazio – molti degli elementi costitutivi il progetto. Le considerazioni esposte sono il frutto della presa di coscienza di dover necessariamente elaborare pro­getti di edifici a minor consumo energetico e sempre meno dipendenti da apporti energetici esterni. Ovviamente contribuiscono anche altri fattori che determinano il risultato finale di un progetto, quali le esigenze della committenza in ordine alle relazioni previste che dovranno instaurarsi all’interno dello spazio tra le persone e tra le persone e le cose, i tempi di realizzazione e – ovviamente – i costi. Lantek è una società giovane, dinamica, cresciuta in fretta e bene. Aveva la necessità di poter fruire in fretta di una sede ove concentrare le proprie energie commerciali, tecniche e direzionali. Alcune delle persone che vi lavorano hanno bisogno di spazi raccolti perché sempre in contatto diretto con la clientela, altri hanno necessità di condividere lo spazio per confronti continui con i colleghi, altri occupano la propria postazione saltuariamente. Tutti usano costantemente il computer. Le scelte progettuali, pertanto, hanno seguito le esigenze della committenza per la realizzazione di una struttura prefabbricata, che ha consentito soluzioni distributive con open space, sale riunioni, uffici raccolti».

Rimirando le immagini dell’intervento si percepisce l’idea di un’architettura che mira ad essere riconoscibile, ma anche perfettamente integrata nel contesto. Le soluzioni arredative proposte sembrano progettate come “fossero state sempre li”. Come siete riusciti e come è maturata la conoscenza con LINEAUFFICIO e la sua titolare Paola Mellano?

«La pelle dell’edificio non poteva che essere di lamiera, per tre motivi. È il materiale per il quale l’azienda Lantek è affermato fornitore di servizi di consulenza in campo informatico per taglio, ottimizzazione e gestione dei prodotti finiti. L’involucro – che ne caratterizza e ne rende riconoscibile l’immagine – reca un richiamo esplicito ai servizi offerti dall’azienda. Le soluzioni di arredo sono state dettate dalle diverse esigenze dei vari addetti; il filo conduttore è stata la ricerca delle ottimali condizioni acustiche, visive e di comfort per gli operatori. Sono stati utilizzati materiali divisori fono assorbenti tra le varie postazioni di lavoro, in modo da limitare reciproci disturbi acustici con conseguente irritabilità, stanchezza fisica, riduzione della produttività e riduzione della concentrazione. Di grande aiuto in questo settore è stato il continuo confronto con Paola Mellano e tutto lo staff di LINEAUFFICIO. L’approccio di LINEAUFFICIO allo sviluppo del progetto è stato condotto armonicamente e ha convinto prima noi che il cliente finale, con elaborazioni e rendering degli arredi che hanno consentito un approfondimento globale e puntuale nei dettagli. Le tinteggiature e le finiture interne sono state scelte sulla base della mitigazione del bagliore su pareti e superfici finite prediligendo un binomio marrone/beige: tinte calde, accoglienti e rassicuranti».

Dal punto di vista dei materiali, l’uso del legno nella scala e negli elementi d’arredamento delinea una filosofia attenta alla naturalità degli aspetti decorativi, in netto contrasto con l’attitudine tecnologica di Lantek. Una combinazione che racchiude un messaggio?
«Occorreva in qualche modo mitigare l’effetto tecnologico e freddo della lamiera che riveste buona parte dell’edificio e la scelta di optare per un materiale caldo e piacevole al tatto come il legno ci ha portato a utilizzare una serie di doghe di varia lunghezza quale parapetto della scala dall’ingresso al piano primo. Nell’arredo invece, seguendo i consigli di LINEAUFFICIO abbiamo immaginato rigore e stile sui toni neutri in nuances con le pareti, contrastando con elementi neri che delimitano anche visivamente gli spazi lavorativi».

Il vostro studio ne­gli anni ha lavorato in differenti cantieri. Ci raccontate qualcosa della vostra pregressa esperienza? Come siete strutturati e in quali am­biti vi sentite maggiormente a vostro agio?

«Abbiamo entrambi lavorato e ci siamo conosciuti nello studio associato dell’Architetto Valerio Demaria e dell’Ingeniere Enzo De­ma­ria, cui dobbiamo la nostra riconoscenza per averci insegnato il rigore nel progetto. Il nostro studio associato è stato costituito da un architetto ed un in­gegnere e lavorano con noi due ingegneri, un architetto e una segretaria, più altri collaboratori di fiducia. Siamo entrambi nati con l’uso del rapidograph, del tecnigrafo, dei lucidi e delle eliocopie. Un mondo che i nostri figli non riescono nemmeno ad immaginare, ma è pro­prio da quelle esperienze, che abbiamo imparato ad amare il lavoro che facciamo e ad affrontare con entusiasmo ogni nuovo progetto. Le occasioni ci hanno portato a seguire in modo più continuativo progetti di tipo industriale, soprattutto nell’ambito della riconversione di edifici dismessi, ma l’architettura moderna in relazione allo spazio in cui si inserisce è quello che ci piace e che vorremmo continuare a proporre. I modi di costruire sono cambiati e cambiato è l’approccio con il quale dovremmo giudicare l’architettura. Dovrem­mo capire che non è “bello” l’edificio che è tipico di un luogo, ma è “bello” quello che si adatta in modo armonioso al luogo».