È un altro luogo del Roero che alza la testa e, come un vero “posto dell’anima”, sembra voler gridare piano la sua esistenza e la propria nuova vita: è il pilone del Bosco Alto: con tutta una sua storia remota e allo stesso tempo attualissima, tra la sua vocazione alla Sacra Famiglia e a un’altra, più laica ma preziosa, composta dagli amici di Magliano Alfieri, Castagnito e Castellinaldo d’Alba, che ne hanno condiviso passione e confini geografici. E’ stato appena restaurato, questo sito: grazie a questo senso di appartenenza alle sorti del cosiddetto “Bric Cenciurio” (che peraltro offre il nome a una validissima azienda vitivinicola locale), e ai significati che affondano le proprie radici in questo vero e proprio crocevia.
Ci sarà anche un momento di raccoglimento, per onorarlo, insieme all’intera area circostante: precisamente, lunedì 25 luglio alle 21, tra preghiera -a cura del parroco don Edo Olivero, a capo dell’Unità Pastorale di Magliano e Castagnito- e festa “vera”, cui tutti saranno invitati a prendere parte portando con sé una bottiglia di vino, una bibita, un dolce, o semplicemente la propria presenza. Sarà già importante: sarà tutto. Si potrà sostare in prossimità del cimitero nuovo in territorio maglianese, oppure nella zona della Granera Alta.
Qualche nota sul pilone in sé, giusto per comprendere la portata del messaggio: la costruzione del “Bosco Alto” è stata rimessa a nuovo in tempi recenti dai compagni dei tre centri roerini coinvolti, per offrire fresco vigore a quanto venne costruito nel secolo scorso, allora in omaggio a San Grato la cui figura era pitturata sulla parete laterale. La devozione nei suoi confronti aveva connotati “rurali”, per raccomandarsi al Cielo contro la grandine e le intemperanze meteorologiche.
E sì che il bricco era un vero e proprio mosaico di piccoli appezzamenti, ciascuno di proprietà di una famiglia differente, che qui coltivava la vite, e ne portava i frutti verso la cantina, e poi verso i propri bicchieri di casa. Un uso “proprio”, dunque: con le sue implicazioni spirituali, allorché nei giorni di lavoro la sosta del mezzogiorno era anche occasione di recita del Rosario, oltre che di ristoro.
Il Bosco Alto è anche una storia di cibo per il corpo, per l’animo, per la memoria.
Paolo Destefanis