Le pesanti conseguenze legate al lungo periodo di siccità continuano a essere al centro del dibattito politico (e non solo). Paolo Bongioanni, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale, punta il dito contro la politica dei “no”. Ad animare il Consigliere Regionale, in particolare, il ritardo nei pagamenti sugli invasi, opere che oggi avrebbero quanto meno mitigato le criticità derivanti da una crisi idrica senza precedenti. «È vero, stiamo affrontando una delle estati più asciutte di sempre, ma paghiamo un ritardo dovuto alla cultura del “no”, troppo forte e presente in Italia: “No Tav”, “No Tap”, “No Triv”. Sentiamo tanti “no” a quelle che potevano essere le soluzioni per compensare la criticità di oggi», ha sottolineato Bongioanni in una nota. La Regione Piemonte – si legge nel comunicato – si è adoperata perché il Governo decretasse lo Stato di Emergenza in Piemonte, consentendo così di avere un finanziamento di 7,6 milioni di euro per interventi urgenti.
Un contributo prezioso, ma che potrebbe non bastare, come evidenziato dal Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia: «Questa crisi avrà un prezzo più pesante, che andrà a impattare sulle migliaia di agricoltori e allevatori che scontano oggi il ritardo cronico che abbiamo avuto nel realizzare opere idrauliche che erano indispensabili. Le abbiamo viste nascere sulla carta, poi abbiamo visto stanziare le risorse e, infine, gli stop per continui veti o crismi ambientalisti».
«Senza la cultura del “no” potremmo oggi avere a disposizione soluzioni che servirebbero a risolvere problematiche delicate come l’approvvigionamento idrico e potremmo essere più preparati a garantire una continuità operativa all’agricoltura zootecnica», ha affermato Bongioanni. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, preoccupato sia per la sostenibilità economica della filiera che per il fabbisogno alimentare messo in crisi dalla guerra in Ucraina, ha ulteriormente rimarcato come sia necessario procedere in modo da non compromettere lo sviluppo del territorio.
«La variante di Demonte, finanziata con 40 milioni di euro dal Ministero delle Opere Pubbliche, è stata bloccata dalla Sovraintendenza delle Belle Arti – ha detto Bongioanni -. Il motivo? Un forte che si trova 300 metri sopra una piccola galleria che andrebbe scavata. Così facendo, perderemo questa opera e i cittadini di Demonte continueranno a respirare Co2 e scarichi di auto e camion che vengono bloccati nel piccolo centro storico, senza avere la variante».
E aggiunge: «Avremmo avuto bisogno degli invasi per dare una sostenibilità ambientale e un principio di economia circolare al Piemonte. Servono infrastrutture per il recupero dell’acqua piovana e la capacità di stoccaggio di un bene cruciale come quello dell’acqua. Chi dice “no” a queste opere per non meglio precisati motivi paesaggistici si dovrebbe rendere conto di quanto costi questo ritardo cronico nella realizzazione delle infrastrutture».
«A questo punto – ha ribadito – sarà bene che il Governo si dia da fare davvero per la realizzazione di opere idrauliche urgenti e provveda, permettendo di superare la burocrazia imperante, ad autorizzarne la costruzione».
«Servirà poi intervenire per compensare l’aumento dei costi dei cantieri: se dovessimo aspettare anni, tra vincoli poco chiari o mancati finanziamenti, finiremmo per causare un danno agli agricoltori e agli allevatori, all’industria, a ogni cittadino, al sistema economico che caratterizza il “made in Italy”. Non possiamo permetterci di creare danni così ingenti», ha concluso Bongioanni.
Emergenza siccità «Le infrastrutture siano prioritarie»
Il consigliere regionale Paolo Bongioanni sulla crisi idrica: «Basta “no”, invasi e altre opere sono cruciali»