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«Insieme ci battevamo per un mondo più giusto»

L’ultimo saluto allo storico esponente del Pci, già assessore regionale e presidente Uncem: «È stato il prototipo dell’amico ideale. Era sempre pronto a sostenerti»

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Il mondo politico e dell’amministrazione locale è in lutto. Nei giorni scorsi, infatti, all’età di 78 anni, nella sua abitazione a Caraglio, si è spento Lido Riba. Da tempo lottava contro la malattia. Ra­gioniere, è stato uno dei personaggi di maggiore spicco della sinistra cuneese: dopo essere stato militante di base del Pci, era salito ai vertici dell’Alleanza dei Contadini (ora Cia), ottenendo poi anche la presidenza di Ipla e del Formont. Diversi gli incarichi politici: oltre a essere stato eletto nei Con­sigli Comunali di Ca­ra­glio, Pradleves e Ostana, fu consigliere della Comunità Montana Valle Gra­na, oltre che segretario provinciale del Pci. Dal 1981 al 1990 fu pure consigliere della Provincia di Cuneo. Nel 1990, l’elezione tra i seggi del Consiglio Re­gio­nale, dove ricoprì il ruolo di vicecapogruppo e capogruppo del Pds, assessore all’Agricoltura e, nel 2000, vicepresidente del Con­siglio Regionale. Per ben quindici anni è stato presidente dell’Unio­ne dei Comuni Montani (Un­cem), di cui, dal 2020, era presidente onorario. Aveva racchiuso le tante esperienze vissute nella sua carriera amministrativa nel­l’autobirografia “Un lungo viag­gio”, presentato anche dalla nostra rivista. Per ricordarlo IDEA ha contatto uno dei suoi più stretti conoscenti, l’ex amministratore Francesco Cat­tò. Queste sono le sue parole: «La scomparsa di un amico rappresenta sempre un fatto doloroso, ma se l’amico è Lido Riba diventa lacerante. Per me un fratello. L’immagine può sembrare retorica e sfiorare il luogo comune, ma Lido ha veramente rappresentato per me tutto ciò che si desidera trovare in una persona che nella vita ti è vicina ed è pronta a sostenerti in ogni circostanza. Ci siamo conosciuti nel 1968 al Provve­ditorato agli Studi di Cuneo in cui entrambi lavoravamo. Siamo stati eletti per la prima volta nel 1970 consiglieri nei nostri ri­spettivi co­muni di Caraglio e Borgo San Dalmazzo e da allora non ci sia­mo più persi. Eravamo molto uniti e non soltanto dall’ideale politico. Il nostro era un rapporto che abbracciava tutta la gamma dei sentimenti umani: l’impegno sociale, la volontà di contribuire a costruire una società più giusta, la gioia di vivere e scoprire nuovi orizzonti comuni, il piacere di esplorare altre culture anche attraverso i nostri viaggi in Europa, Africa, America Latina. Grande affabulatore e comiziante! Nei nostri anni giovanili si andava nei piccoli comuni delle nostre vallate e delle Langhe e il più delle volte, dopo aver annunciato il comizio in piazza, ci trovavamo a parlarci l’un l’altro, senza che nessuno venisse ad ascoltarci. Ave­­vamo inventato il comizio “ad personam”! Ma ora io voglio ricordare per sempre l’ultima immagine che mi è rimasta di lui: non tantissimi giorni fa, nel giardino di casa sua, felice di vedermi mi abbraccia e con un filo di voce mi sussurra: “ti voglio bene”. Anch’io te ne ho sempre voluto, Lido, come tutti coloro che ti hanno conosciuto e non ti di­menticheranno mai». Lascia la moglie Luciana Monge e i figli Emiliano e Valeria. I funerali sono stati celebrati sabato 16 luglio, a Caraglio. Al lutto della famiglia si uniscono l’editore Carlo Borsalino, con la moglie Giancarla e i figli Simona e Davide, e le redazioni della Rivista IDEA e di IDEAWEBTV.IT.

BaNNER
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