«Riduzioni ai prelievi irrigui: si tenga conto di coltivazioni e impianti»

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«Condividiamo il principio dell’uso solidale dell’acqua lungo tutto il corso del Po ma, rispetto alla conferma della riduzione generalizzata del 20% su tutti i prelievi irrigui, riteniamo sia preferibile una valutazione specifica per sottobacino che tenga conto, tra le altre cose, del valore delle coltivazioni e degli impianti che ri­schiano di essere perduti». Così gli assessori regionali all’Am­bien­te, Matteo Marnati (foto a lato, a destra), e al­l’Agri­col­tura, Marco Protopapa, sull’e­sito delle misure confermate dal­l’Os­ser­va­torio Per­ma­nente dell’Autorità di Bacino del Po. Una richiesta, quella della Regione Piemonte, suffragata da una ap­pro­fon­dita valutazione del fabbisogno di acqua a scopo irriguo a partire dai dati raccolti dai consorzi piemontesi riferiti nello specifico alle colture ora in atto alla luce sia della delicata fase del ciclo vitale delle piante sia delle previsioni di pre­cipitazioni. «Tale approfondimento – spiegano gli As­sessori – ha portato a stimare, per il pe­riodo 1-15 luglio, in oltre 360 metri cubi al secondo la portata necessaria per garantire un apporto irriguo giornaliero minimo sui ter­ritori di competenza dei consorzi piemontesi. Al di sot­to di tale soglia non è possibile ga­rantire l’esercizio stesso delle infrastrutture irrigue. Dal punto di vista tecnico, i dati, da mesi, indicano le riduzioni forzate ai prelievi che tutto il sistema piemontese patisce». Dagli As­sessori un accenno alle pe­cu­liarità delle colture, specie quel­la del riso che per sua natura crea un accumulo di acqua nella falda che viene poi restituita nei mesi successivi e in un’estate difficile come questa, sebbene in minor quantità, è una risorsa preziosa per dare un mi­nimo di sollievo alla “bassa”, sia in Piemonte che a valle.