IL FATTO
Si può fare ancora molto per favorire il turismo in Granda, specie quello dall’estero. Ad esempio, avendo più consapevolezza del potenziale largamente inespresso di certi territori
Alcuni mesi fa, ospite dell’Outdoor Festival di Saluzzo, il consulente del marketing per le terre di lingua tedesca Mario Baier, aveva evidenziato un concetto molto importante, anche in considerazione del filo conduttore di questo numero di IDEA ovvero il turismo in Granda.
Baier aveva detto senza mezzi termini che tutto il territorio del Cuneese avrebbe dovuto finalmente prendere coscienza del proprio potenziale, perché «le Alpi più vere sono quelle del Monviso». Un parere particolarmente qualificato, visto che Baier è stato in passato un consulente anche per le Langhe e Roero oltre che, più recentemente, di Terres Monviso. Proprio Baier un anno fa aveva accompagnato alcuni professionisti del turismo esperienziale in un tour dalla Valle Stura, passando per le Valli Grana, Maira, Varaita, Po e Bronda, Infernotto per arrivare alla pianura saluzzese. Tutto questo in vista dei pacchetti turistici che ora vengono proposti per agosto.
Nell’occasione dell’Outdoor Festival, a Salluzzo, sempre Baier aveva spiegato quali fossero le motivazioni che spingono in generale i turisti a scegliere una meta: «I turisti cercano qualcosa di diverso e soprattutto di autentico. Austria, Trentino e Alto Adige sono tutte zone splendide. Ma sono anche oramai disseminate di chalet, strutture ricettive per le famiglie. È il loro punto di forza, in un certo senso. Ma qui sotto il Monviso si ha la possibilità incomparabile di immergersi nella natura e nell’autenticità».
C’è però un dettaglio non certo secondario, una convinzione fin qui consolidata, quella secondo cui è molto difficile convincere i visitatori a fermarsi per più giorni in queste vallate. Secondo Baier non è così: «Conosco bene le vostre valli, le ho girate in lungo e in largo. Ho trovato persone che accolgono, storie che invitano a rimanere. Ed è proprio ciò che cercano i possibili visitatori in arrivo dal Nord Europa». Perché alla fine, la questione è sempre la solita, secondo l’esperto austriaco: «Voi piemontesi tendete a sottovalutarvi, a sminuire le vostre qualità. Invece è importante crederci. Questo è turismo autentico e soprattutto sostenibile». Parole molto chiare, giusto riproporle ora nel cuore dell’estate e nel pieno delle offerte, in una fase di ritrovate consuetudini dopo la pausa forzata a causa della pandemia e delle sue conseguenze negative per tutti, a cominciare dai flussi turistici.
Baier, a Saluzzo, si era anche soffermato sui pacchetti ideali da proporre ai turisti stranieri: «Quattro giorni, anche sei, non sono certamente troppi. Ovviamente si possono prevedere gite di un giorno, magari nelle langhe oppure, visto che è lì a pochi chilometri, perché non il mare?». Ampliare gli orizzonti è sempre buona cosa, in questo caso ancora di più. Forse è proprio nei collegamenti tra un territorio e l’altro la chiave del successo.