Home Attualità Mellana di Boves: premiati i vincitori del Concorso Parole ed Immagini

Mellana di Boves: premiati i vincitori del Concorso Parole ed Immagini

0
349

La premiazione della XXXI edizione del «Concorso Parole ed Immagini» di Mellana di Boves era stata fissata per il 18 giugno. Per la terza volta è stata rinviata, stavolta non per la «pandemia» (con cui ormai si «convive»). In quella data si son sovrapposti impegni personali degli organizzatori e tante iniziative culturali, nella «ripartenza». Si è preferito evitare l’iniziativa durante la, ritornata, festa patronale di metà luglio, per evitare «affollamenti», per non «intasare» spazi.

Il momento scelto è stato il primo sabato di agosto, 6, nel pomeriggio, tra temporali che cominciavano ad intensificarsi in una stagione calda come non mai, in uno dei giorni di «grande partenza» per le ferie. Nonostante nuvole, tuoni in lontananza e, persino, qualche goccia di pioggia, si è deciso di provare ad utilizzare l’area verde dell’anfiteatro dietro l’oratorio frazionale, certo la più adatta a questi momenti, ma «scoperta» (agevolmente si poteva scegliere di spostarsi lo spazioso antistante locale), solo al riparo di «gazebo» ed ombrellone. Il coraggio ha pagato: si è finito, due ore e mezza dopo, con il sole.

Buona è stata la partecipazione, pur tra defezioni per ferie e pandemia, con interventi, oltre che di cuneesi, dei liguri Pietro Baccino (arrivato in treno da Savona), Francesco Masini (di Genova) e Maura Di Stefano (di Busalla), oltre che del bergamasco Alessandro Cuppini e della giovane bolognese Anita Morri.

Ha presentato il momento il giurato Giorgio Casiraghi, affiancato dall’altra giurata Elisa Dani, protagonista, insieme ai vincitori intervenuti, ed alla giovane nipote, Laura Dani, delle letture. Delle fotografie si è occupato il bovesano Michele Siciliano, anche partecipante e vincitore.

Nella sezione, tornata vivace e molto «al femminile», «Poesia e prosa giovane», la delicata «Abbracciala» di Ginevra Puccetti, di Porcari (Lucca), già segnalatasi l’anno scorso, ha preceduto Anita Morri di Monzuno (Bologna), con una intensa prosa, storia di vita («Tenere le mani contro il vetro che mi separa dal mondo»).

Nelle «poesie» è stato proclamato vincitore «Autunno», del vulcanico genovese Francesco Masini, Genova, che ha preceduto la garbata «Fuggo i pellegrinaggi» di Sabrina Spinella, di Reggio Emilia, vincitrice l’anno scorso, e «La coperta», di Flavio Vacchetta, cuneese di Bene Vagienna, alla prima partecipazione.

Tra le prose è stato scelto «Silenzi» di Giulio Irneari (alias Giuseppe Raineri), di Bergamo, davanti a «Ospedale Al-Shifa» di Alessandro Cuppini, altro bergamasco. Terzo è arrivato il giovane e sempre più promettente Emanuele Rizzi, cuneese di Frabosa Sottana, già segnalatosi in passato, con «Se un uomo è un uomo» ed «Il circo dei bambini».

L’anonimità garantita, in ogni sezione, fotografica o letteraria, alle opere sottoposte alle giurie ha portato taluni autori a «cumulare premi». Altro successo di Francesco Masini è stata la sezione «Satira e goliardia», dove già aveva vinto l’anno scorso. Quest’anno ha vinto con «Snaturata» e si è classificato terzo con «Per l’amor di Benedò».

Nella sezione di «Dialetti e Lingue Naturali (giuria formata da Candida Rabbia e Lucia Renaudo, di Cuneo e Caraglio), tra le prose, come nelle ultime edizioni, molti riconoscimenti ha raccolto Luigi Lorenzo Vaira, cuneese di Sommariva del Bosco (presente, leggendo sue opere in prima persona).

Ha vinto con «Lino ‘l bancari dai cavèj longh (Lino il bancario dai capelli lunghi)», precedendo la sua «Marianna dla Grangia (Marianna della Grangia)», seconda, e «Arcòrd ëd l’aluvion ’94 (Ricordo dell’alluvione del ’94)», terza. A dimostrare la sua sorridente e garbata ironia che è sua, ha avuto anche un secondo posto nella «satira», con «La pagliuzza e la scintilla (“La busca e la spluva”)».

Al suo fianco, ex aequo, si son classificate la prosa friulana dei coniugi Nicolina Ros e Luigino Vador, pordenonesi di San Quirino, nomi molto noti a livello nazionale, primi con «Un cuaraventot (Un quarantotto)», e Luciano Milanese, torinese di Poirino, terzo con «Sacociabil veja manera (Portatile vecchia maniera)» (anche lui molto noto, al primo alloro mellanese).

Tra le «Poesie in dialetto e lingue naturali» si è segnalato altro nome molto noto a livello nazionale, Stefano Baldinu, di San Pietro in Casale, Bologna, sardo nato in Emilia, bravissimo a scrivere nella lingua dei suoi avi, ma anche in italiano e genovese. La sua «Uno sussidiariu de felitzidade (in lingua sarda logudorese) – Un sussidiario di felicità», ha vinto tra le «lingue naturali», ma è arrivata terza anche nella sezione «italiana». Secondo, poi, è arrivato con «Questi scilençi (Questi silenzi)», in lingua genovese, e terzo con «Miali (Michele)», in lingua sarda. Assente alla premiazione, gli organizzatori, che ripartiranno, in autunno, con le loro «premiazioni itineranti», hanno annunciato di non voler rinunciare a conoscerlo, «da lui».

Primo premio ex aequo, purtroppo «postumo», è arrivato a «La giòstra (lingua piemontese eporediese, di Ivrea)», di Umberto Maria Gillio, storico partecipante e vincitore, scomparso nel maggio scorso, dopo aver inviato l’opera. Il premio è stato ritirato dalla figlia, con commosso ricordo degli organizzatori (che hanno citato anche il delizioso «pranzo insieme» durante la «premiazione itinerante» dell’anno scorso). Si trattava di autore che sapeva scrivere bene in italiano e tradurre stupendamente nella «sua» lingua naturale, locale.
Secondo ex aequo si è classificata «Ȓa štŕò du ricórd (La strada del ricordo)» del savonese Pietro Baccino, grosso esperto di botanica, col suo «ligure d’entroterra», un po’ piemontese, sorridente e comunicativo.

Per le fotografie la giuria, formata dal bovesano Cristiano Cerato, dalla cuneese Grazia Bertano, dall’ormai saluzzese Massimo Macagno, ha deliberato sulle cinque sezioni di competenza. Per gli scatti su «Animali selvatici» vi è stato «trionfo bovesano», con primo Lelio Giraudo (già vincitore nelle scorse edizioni), con il suo «Airone cenerino», in movimento, precedendo Michele Siciliano, secondo con «Camaleonte» e terzo con «Stambecco». «Premio speciale» (che val un primo premio), per tre scatti «macro», è andato ad Angelo Gabelli, alessandrino di Castellazzo, uno storico partecipante che è tornato.

Per gli «Scatti lungo la mia strada» ha vinto Giovanni Cappello, torinese di Carmagnola (Torino), con una delle sue foto che san ben vedere, fissare, incorniciare, attimi, colori e situazioni.

Ha preceduto la «Street photography» del roccavionese Pierluigi Peluso, presidente del circolo fotografico «Espera». Terzo è arrivato Franco Merlo, di Borgo San Dalmazzo, per «Luci del mattino», scatto montano da sogno.

La difficile e stimolante sezione «Quel color amaranto», ha offerto quella che è stata giudicata la miglior fotografia dell’edizione, «Il pane e il pesce», della fiorentina, plurivincitrice a Mellana, Sandra Ceccarelli, con segnalazione alla cuneese Antonella Lingua.
Antonella Lingua che ha vinto la sezione «La luce ed il buio», precedendo il pisano di Fornacette Paolo Ferretti e Giovanni Capello (secondo e terzo).

Nella finale sezione «La fotografia e l’arte (“fotografo l’arte, uso la fotografia come espressione artistica…”)» il successo è andato al fiorentino Renato Piazzini, con la sua bellissima «Lei e Modì», che ha preceduto gli scatti fatti a «Staglieno», il cimitero monumentale di Genova, da Angelo Gabelli.

Marcella Gurrieri, vercellese, altro nome noto oltre i confini regionali, con un terzo posto di «Impressioni», ha portato a Mellana un discorso in cui la fotografia è davvero usata come espressione artistica. «Imprimere», studio a Fontanelle di Boves, di Cristiano Cerato, unico vero «sponsor» della manifestazione, ha offerto a ogni vincitore «fotografico» delle «stampe di qualità», di «pregio».

Nella «sezione simbolo», «Abbinamento Parole ed Immagini», molto ricca, difficile è stata la scelta. Ha avuto la meglio Maura Di Stefano, genovese di Busalla, precedendo i padovani, storici partecipanti ritornati, Daniela Antonello e Pierluigi Fornasier e la delicata giovane Manuela Bracco, di Borgo San Dalmazzo.

Letture finali hanno offerto Vittore Giraudo, noto scrittore satirico cuneese, e la poetessa peveragnese, occasione anche per annunciare, «pandemia permettendo», una serata mellanese, anche di ricordo del centenario dalla nascita del regista, scrittore e poeta friulano Pier Paolo Pasolini.

Gli organizzatori hanno ringraziato coloro che hanno offerto libri oggetto principale (coi «diplomi») dei premi, dalle Fondazioni Cassa di Risparmio di Cuneo e Torino, alla «Banca di Boves», storica «Cassa Rurale», alle Biblioteche di Boves e Chiusa Pesio, alle case editrici «Primalpe» (sulla cui rivista opere vincitrici potranno essere pubblicate) ed «Araba Fenice», alle librerie cuneesi «Senza Polvere», «Centro Libri», «Ippogrifo», «Stella Maris»… I primi classificati son stati premiati con cesti che fanno accompagnare alle letture prodotti locali (piccolo pasto tipico piemontese). A richiesta, i premiati hanno avuto anche «targhetta», sostitutiva.

Son soddisfatti gli organizzatori? «Certo! Neppure ha piovuto alla premiazione! La maggior parte degli spettatori ci ha seguito in due ore e mezza di letture. Piacevoli sono stati i successivi aperitivo e cena. Oltre che in quelle ore, alcuni visitatori son arrivati anche nella mattinata ed in quella del giorno successivo. Poi tanti si son susseguiti nel pomeriggio domenicale. Saremo ancora aperti le domeniche 21 e 28, dalle 15 alle 19, ma visitabili in qualsiasi momento, sin al 31, prenotando al 340.3761714. Quando abbiamo chiesto, mellanesi del Comitato e del Circolo, giovani e giovanili, ci hanno aiutati. Gli amici bovesani, giovanili, attivi, Mario Ambrosoli ed Ettore Ramero ci son stati particolarmente vicino, sacrificando i loro numerosi impegni».

Poi ci si rivedrà nel 2023? «Vediamo… ci stiamo già riflettendo. Intanto procederemo ancora, da settembre, a “premiazioni itineranti”… Il “Concorso” è vivo! La partecipazione (pur non ai massimi storici) è cresciuta rispetto all’anno scorso, ma, soprattutto, la “qualità media” delle opere partecipanti ci sembra senza precedenti, alta come non mai… L’esposizione avrebbe avuto bisogno di più spazio, per essere meno “carica”… In questa “post pandemia” tutto non è certo più facile. Difficile persino trovar collaboratori con un po’ di tempo a disposizione o nuovi giurati».

C.S.