Avvistamenti quotidiani di lupi, greggi e mandrie aggredite con pecore e vitelli sbranati, persino vacche adulte uccise: è il bollettino tracciato da Coldiretti Cuneo in un’estate di preoccupazione e rabbia per gli allevatori, già vessati dall’impennata dei costi delle materie prime per l’alimentazione del bestiame, oltre che dell’energia e del trasporto.
Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le segnalazioni giunte agli Uffici di Coldiretti Cuneo di predazioni di lupi a danno di ovini e bovini al pascolo sulle montagne cuneesi, ma anche nelle vallate fino in pianura.
Secondo il primo monitoraggio nazionale del lupo pubblicato nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU, in sinergia con ISPRA, su 3.300 lupi che si stima siano presenti oggi in Italia, 950 esemplari popolano le regioni alpine, in particolare i territori tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: numeri che hanno costretto, negli ultimi anni, alla chiusura di diverse imprese agricole e al conseguente abbandono della montagna.
“Rispetto agli ultimi anni assistiamo ad un aumento esponenziale, fino al +165%, della popolazione di lupi. Occorre rivedere le politiche di conservazione perché il lupo non è più in pericolo mentre lo sono i nostri allevamenti di pecore, capre e vacche. Non si può chiudere gli occhi su un’oggettiva verità, cioè che le misure messe in atto finora non bastano perché hanno dimostrato di non essere efficaci” dichiara Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo.
Per questo, al futuro Governo, Coldiretti Cuneo chiede con urgenza la messa a punto e la rapida attuazione di un Piano nazionale di gestione dei lupi che guardi a quanto fatto in altri Paesi come Francia e Svizzera per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati. “Non si tratta di avviare il Far West con la caccia al lupo – precisa il Presidente Nada – ma di smetterla di far finta che la convivenza tra lupo e attività agricola sia un dato di fatto”.
“Oggi il rischio concreto, con il costante incremento degli episodi di predazione, è la scomparsa della presenza dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne – dichiara il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu – per l’abbandono di migliaia di famiglie, ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta, presidiare le terre alte e recuperare storiche razze piemontesi”.
c.s.