Un’avventura fuori dai canoni regolari della pallavolo, un’esperienza per arricchirsi culturalmente e mettere le basi per un futuro professionale brillante. Ed un sicuro successo, vista la personalità vibrante della persona. Queste sono le basi del viaggio intrapreso da Giulia Bonifacio, classe 2002 originaria di Alba, pallavolista reduce da due anni di Serie A2 con la LPM Bam Mondovì e con alle spalle esperienze in settori giovanili di eccellenza in quel di Novara (dove gioca la sorella Sara in A1) e Busto Arsizio.
Dopo due anni a Mondovì, Giulia ha accettato una borsa di studio dalla prestigiosa Binghamton University dello Stato di New York. Lì potrà continuare la sua educazione e mettersi in luce nella squadra di pallavolo dell’università. O meglio, ha già iniziato a farlo: la squadra ha già iniziato il campionato e disputato 3 partite. Binghamton ne ha vinte due e persa una e Giulia ha già messo a segno 32 punti. L’abbiamo contattata per sentire dalla sua voce come stanno andando le prime settimane da “yankee“.
Giulia, com’è nata l’idea di provare la strada degli Stati Uniti?
L’idea di partire per gli Stati Uniti l’ho avuta più e più volte nel corso degli anni, dalla terza superiore esattamente. Finita la quinta mi sono presa un anno di pausa dagli studi; il pensiero di iniziare l’Università telematica non mi entusiasmava e allo stesso tempo non volevo lasciare la pallavolo per lo studio. Quindi ad aprile ho deciso di informarmi per partire subito ad agosto, così da poter far combaciare università in presenza e pallavolo. La scelta è dovuta anche al fatto che in futuro questa è un’esperienza/opportunità che non si può ripetere e non potevo vivere col dubbio o con il rimorso di non averci almeno provato.
Come mai hai scelto Binghamton?
Ho scelto Binghamton perché mi hanno proposto un progetto nuovo ed interessante, ed inoltre l’università è una tra le migliori di New York.
Come stanno andando le prime settimane? Come sono squadra e allenatori?
La prima settimana è stata pesante, lo devo ammettere. Abbiamo iniziato con gli allenamenti il giorno dopo il mio arrivo, quindi con il jet lag è stata dura tirare avanti. Ma la cosa più complicata è riuscire ad adattarsi al cibo, bisogna avere tanta buona volontà ed evitare di cadere in tentazione, qua è pieno di snack e cibo fritto.
Mi sto trovando bene sia con i coach sia con le mie compagne, ed è stranissimo avere una squadra di coetanee, mi sembra di essere tornata ai giovanili!!
Qual è il livello di gioco al college?
Il livello di gioco in realtà mi aspettavo fosse più basso, invece posso dire che non è niente male. Poi l’atmosfera in campo è diversa, qua c’è proprio la mentalità del “non mollare mai” in qualsiasi momento, che sia un allenamento o una partita. Poi in partita sono tutti carichi di adrenalina, e quando dico tutti, intendo proprio TUTTI, compreso il pubblico. Ci si diverte insomma!
Cosa studi? È difficile coniugare la vita da atleta e studente?
Attualmente studio Economia, Business Internazionale, Spagnolo e ovviamente Inglese. La vita da studente-atleta devo ammettere che non è così pesante come mi aspettavo. Sono riuscita a far combaciare gli orari delle lezioni e degli allenamenti perfettamente quindi ho molto tempo libero che mi posso gestire come preferisco, per esempio sto anche pensando di lavorare al campus. L’importante è non andare a dormire tardi e togliersi l’abitudine del sonnellino pomeridiano: se ti abitui a queste due cose, diventa più semplice, almeno così è stato per me.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
I miei piani per il futuro sono incerti, onestamente non ci sto pensando perché non so questa esperienza che porte mi possa aprire. Me la sto vivendo giorno per giorno; qua non ci si annoia mai e imparo sempre qualcosa in più. In generale vorrei tornare in Italia, per lavoro o pallavolo che sia, perché sono troppo legata alle persone che ho lasciato là e al posto. Ma il mio sogno è avere un lavoro NON monotono, voglio dover prendere aerei per andare di qua e di là, anche in continenti diversi se fosse necessario.
Ora è ancora presto per parlarne, fra qualche anno ci riaggiorniamo e vedremo dove sarò finita.