Alberto Balocco lascia il suo esempio di uomo e manager

Il ricordo unisce tutti: «Imprenditore che aveva un grande cuore, entusiasta e altruista»

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La notizia della morte di Alberto Balocco è arrivata venerdì sera e immediatamente è stata accompagnata da un senso diffuso di incredulità che, ora sappiamo, non se ne andrà mai. Due amici in bicicletta, al rientro da un’escursione sulla strada dell’Assietta – il colle del Torinese reso storicamente famoso da un’antica battaglia – che scompaiono colpiti da un fulmine. Le notizie si diffondono veloci: uno dei due è l’uomo che aveva ereditato dal padre Aldo (mancato poco più di un mese prima, all’età di 91 anni) l’azienda fossanese resa celebre nel mondo, il brand di panettoni e biscotti apparso anche come sponsor sulle maglie della Juventus e su quelle rosa del Giro d’Italia. Per Alberto Balocco e il torinese Davide Vigo, residente in Lussemburgo, una fine sconcertante, sottolineata dall’imperscrutabilità del destino: giovedì il manager aveva giusto festeggiato i suoi 56 anni.
«Un profondo dolore per la nostra comunità fossanese. Cordoglio e vicinanza alla famiglia», ha detto subito il sindaco Dario Tallone, aggiungendo poi che «i dipendenti devono star tranquilli, la Balocco è sana e negli ultimi anni ha investito per 100 milioni di euro». Il legame dell’azienda con il territorio è sempre stato molto forte, ribadito da qualche anno anche con l’apertura di Bottega Balocco in pieno centro cittadino, oltre alla personalità di Alberto, descritto da tutti come un uomo gentile, presidente e amministratore delegato capace di mettersi sempre sul piano dei circa 500 lavoratori («qui non ci sono padroni e dipendenti», amava ripetere, senza na­scondere l’ammirazione per un modello di imprenditorialità e umanità come Michele Ferrero). Con lui, la famiglia: dalla moglie Susy Pinto, di origine napoletana (e i tre figli: Gabriele, Matteo e Diletta) alla sorella Ales­sandra in azienda con il marito Ruggero Costamagna. Tutti insieme porteranno avanti l’attività che al momento conta 185 milioni di fatturato e che fu fondata nel 1927 dal nonno, Francesco Antonio Balocco. «Alberto era un imprenditore con un grande cuore. Entusiasta, altruista, con uno straordinario senso del dovere», si legge nella nota di cordoglio diffusa dalla stessa azienda.
Cristiano Godano, il frontman dei Marlene Kuntz, coetaneo di Balocco e fossanese, ha raccontato di aver fatto insieme ad Alberto tutto il percorso scolastico dall’asilo fino all’università, sempre nelle stesse classi. Un dolore che ora convive con la consapevolezza di una personalità speciale, per quanto così diversa da quella del rocker che ha confidato: «Era una persona di qualità rare, e mi giunse una volta voce che tutti i suoi dipendenti gli fossero affezionatissimi, a lui che sapeva essere equanime e giusto con quella generosa disposizione d’animo delle grandi persone», ha spiegato. E Guido Crosetto ha aggiunto: «Per molti era l’industriale dei biscotti e dei panettoni. Per me un amico e una persona che stimavo enormemente». Confindustria Cuneo ha scritto: «Condo­glianze alla famiglia che dopo la dipartita del papà Aldo, perde una persona di grande umanità, marito e padre amorevole oltre che un imprenditore visionario». Incredulità anche da parte di Confapi Cuneo: «Sentite condoglianze a tutta la famiglia nella speranza che proprio la coesione familiare possa, in un momento così tragico, far proseguire il percorso im­prenditoriale sull’esempio di Alberto».
«Un imprenditore simbolo della nostra terra, che ha portato il Piemonte nelle case di tutto il mondo», è stato il messaggio del presidente della Regione, Alberto Cirio. E il senatore Giorgio Bergesio ribadisce: «Questa tragedia colpisce profondamente la nostra terra che lui stesso, con i suoi prodotti, ha contribuito a far conoscere in tutto il mondo». La salma di Alberto Balocco, prima dei funerali, è arrivata a Palazzo Daviso di Char­vensod a Fossano, da sempre residenza della famiglia. Il Comune ha subito proclamato il lutto, annullando anche l’evento “La notte delle Torri” che era programmato per domani, venerdì. Rinviato inoltre il Consiglio provinciale che era previsto lunedì scorso, nel giorno dei funerali. L’azienda Balocco ha invece sospeso l’attività per due giorni, esponendo le bandiere a mezz’asta. Grande eco della tragica notizia anche in tutta Europa, dove i dolci targati Balocco hanno raggiunto massimo diffusione negli ultimi anni, proprio per effetto della linea manageriale di Alberto. Oggi il marchio Balocco è diffuso in 67 paesi nel mondo. A proposito, l’europarlamentare Gian­na Gancia lo ricorda come «un imprenditore lungimirante. Ciao Alberto, tutti sentiremo la tua mancanza».
Lui sapeva leggere le oscillazioni del mercato, si adattava in fretta ai voleri del consumatore e conosceva l’importanza di una comunicazione ben fatta: lo slogan “Fate i buoni” di uno spot televisivo natalizio di qualche stagione fa incentrato su un immaginario “Signor Baloc­co”, è rimasto nella memoria collettiva e riassume per certi versi la filosofia aziendale – in tv su “Carosello” aveva debuttato già nel 1975 (con le gemelle Kessler poi sostituite da Heather Parisi) – oltre che il carattere del suo capitano. Uomo di cultura che nel libro “Volevo fare il pasticcere” ha raccontato la sua avventura professionale, era stato fondatore della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Fossano.