Ha già iniziato a conoscere e ad immergersi nella Granda, Corrado Romano, dallo scorso 20 giugno nuovo Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco: nato il 18 gennaio 1960, coniugato e con due figli, laureato in ingegneria civile presso il Politecnico di Torino, è entrato nel Corpo Nazionale nel 1988, venendo inizialmente destinato al Comando Provinciale Vvf di Vercelli. Ha successivamente assunto diversi incarichi, presso i comandi di Biella, Vercelli, poi in Liguria venendo promosso primo dirigente assumendo gli incarichi di dirigente referente del Soccorso Pubblico, della Colonna Mobile Regionale e della Prevenzione e Sicurezza Tecnica presso la Direzione Regionale. Fra la fine del 2016 e il 2021 è stato comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Imperia, prima della parentesi di circa 10 mesi, fino al maggio 2022, a Novara.
Comandante, facciamo un passo indietro: cosa si porta dietro dal significativo quinquennio di servizio in Li-guria?
«Gli anni ad Imperia sono stati molto intensi in ambito operativo: abbiamo infatti affrontato una serie di emergenze fra cui parecchi incendi boschivi, anche di grande entità; alla fine del 2016, fra novembre e dicembre, le piogge hanno causato grosse frane con danni importanti. Precipitazioni, allagamenti e frane hanno rappresentato una costante nella provincia, in particolare nella zona collinare».
E poi, il terribile crollo del Ponte Morandi, le cui immagini sono ancora vivide…
«Quel tragico giorno, partimmo subito da Imperia con venti unità e mezzi di colonnina mobile. Stentavamo a credere che fosse crollato proprio quel ponte, ma purtroppo così fu. Rimanemmo sul posto, insieme ai colleghi degli altri comandi, per tutto il tempo necessario, fino al ritrovamento dei corpi e delle persone coinvolte. La nostra permanenza fu divisa in più fasi, dopo l’accaduto: abbiamo collaborato, con specialisti per la movimentazione dei droni, al rilevamento ed analisi della situazione relativa ai crolli, per supportare le perizie tecniche. In autunno, ci siamo dedicati alla rimozione dei beni negli alloggi, adiacenti al ponte, nei palazzi che sarebbero stati successivamente abbattuti. Indicativamente, prestammo il nostro servizio da quel drammatico 14 agosto fino a novembre inoltrato».
Ed ora, Cuneo.
«Dopo i mesi a Novara sono giunto in una parte del Piemonte che conoscevo solo da turista (sorride, nda), ma non lavorativamente. Si è rivelata una piacevole sorpresa: una bellissima realtà, con un Comando ben strutturato. Ho finora conosciuto persone disponibili, con tanta voglia di impegnarsi: sono rimasto impressionato dalla quantità, notevole, di interventi (qui sono circa 10.000 all’anno), dalla grande mole di lavoro, ma anche dall’organizzazione, con 4 distaccamenti permanenti e 17 volontari. Considerata la dimensione della provincia che, appunto, è Granda, ho subito avviato i contatti con i referenti istituzionali provinciali, con alcuni sindaci, ed è iniziato un percorso di conoscenza con gli organi professionali e con le associazioni: con tutti si è già creata un’ottima sinergia, e sicuramente avremo modo di approfondire, dopo l’estate, i rapporti anche con le altre realtà».
Quindi un Comando all’altezza della situazione…
«Ho trovato un Comando con un buon numero di risorse umane, rapportate alla dimensione (è il secondo del Piemonte dopo l’omologo di Torino). Il personale operativo risente, come in tutte le sedi, del calo fisiologico che si registra a livello nazionale. La speranza, per il futuro, è nelle nuove immissioni in ruolo dei vigili permanenti e nel ricambio generazionale. D’altro canto, però, Cuneo è ben fornita di mezzi di colonna mobile, che ci permettono di attivare, pochi minuti dopo la chiamata, il dispositivo di soccorso verso l’area predestinata. Inoltre disponiamo di mezzi logistici dotati di posti letto, per il personale che si muove in scenari delicati e fuori provincia o regione: furgoni attrezzati con cucina, docce e servizi igienici».
Sul territorio della Granda, per i Vigili del Fuoco è stata un’estate di che tipo?
«Fortunatamente, la provincia non è stata colpita da eventi atmosferici particolarmente rilevanti: gli interventi per il maltempo sono stati molteplici, in particolare fra luglio ed agosto, per allagamenti, smottamenti, tetti scoperchiati, ma tutti di entità relativamente limitata. Capitolo siccità: laddove i sindaci hanno decretato lo stato di emergenza, in coordinamento con la Protezione Civile, abbiamo dato il nostro supporto per il riempimento delle vasche, anche in zone impervie, nelle quali i comuni hanno difficoltà a reperire l’acqua».
Le ultime settimane sono state funestate dalle morti sulle strade cuneesi. C’è un messaggio che vuole lanciare a tutti coloro che si mettono in viaggio?
«Consigliamo di adottare tutta la prudenza possibile, moderare la velocità, evitare di parlare al telefono, attuare tutte le cautele per evitare un nostro intervento, che si rende solitamente necessario quando, purtroppo, la situazione è estremamente complicata. Sono momenti che ci provano moltissimo, per questo mi sento di dire: rispettate i limiti di velocità, fate attenzione, perché la vita è preziosissima e chi opera in questi scenari capisce come basti un attimo per perderla».
Quali obiettivi si pone per il prossimo futuro, qui in Granda?
«Innanzitutto, proseguire l’iniziativa avviata dal mio predecessore per portare in provincia di Cuneo il presidio fisso rurale, fondamentale per dislocare il personale operativo nel contrasto degli incendi boschivi. Si tratta di un progetto nazionale che rientra nel Pnrr e per il quale, al momento, vi sono i fondi: è stato già individuato un sito potenziale ed è stato trasmesso lo studio di fattibilità al Ministero. Attendiamo: in caso di approvazione, non è da escludere l’insediamento entro la fine del 2022».