Il miracolo della nascita è sempre qualcosa di meraviglioso da vivere ma lo è ancor di più quando avviene in un ambiente protetto, in acqua e con l’aiuto di due ostetriche. Ed è così che in frazione Tre Stelle a Barbaresco, il 24 di agosto alle 11.41, ha visto la luce Azzurra.
La piccola barbareschese, in questo caso possiamo dire Doc, è nata di 2 chili e 590 grammi e con il suo arrivo ha profuso gioia a piene mani nella vita di mamma Cecilia Monteleone e del papà Maurizio Terzolo.
Un augurio particolare alla giovane coppia di genitori l’ha voluto indirizzare anche il sindaco di Barbaresco, Mario Zoppi sottolineando che da moltissimi anni ormai non si registrava una nascita proprio nel suo Comune.
“Siamo libere professioniste e facciamo parte dell’Associazione Nascere in Casa – prosegue l’ostetrica Chiara Maria Taliano che da oltre 13 anni segue le puerpere in tutte le fasi della gravidanza compreso travaglio, parto e post parto – Il nostro compito è quello di accompagnare e di assistere in maniera personalizzata con mezzi scientifici e tecnologici le mamme in maniera dolce e rilassata fino alla nascita del bimbo e per questo continuiamo a frequentare ogni anno/due corsi formativi di aggiornamento”.
Chi può partorire in casa e a chi rivolgersi
Per partorire in casa occorre innanzitutto una gravidanza fisiologica cioè a basso rischio, da valutare per tutto il periodo. Poi ci si deve rivolgere ad un’ostetrica professionista abilitata ad assistere al parto a domicilio. Il Sistema Sanitario Nazionale non offre questo servizio e, con buona pace della libertà di scelta, nemmeno lo rimborsa ad eccezione di Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Provincia Autonoma di Trento che coprono circa 1000 euro. Il costo si aggira sui 2500 euro, un investimento non proprio accessibile a tutte. La presenza è di due ostetriche per una donna che collaborano con ospedali di riferimento per offrire alla gestante contenimento e sicurezza al fine di affrontare gli imprevisti nel parto. “Diciamo che questo “privilegio” – conclude Taliano – potrebbe essere considerato un investimento. Ci sono coppie che decidono di rinunciare alla lista nascita nei negozi mentre ricordo ancora una ragazza di San Damiano d’Asti che aprì sulla piattaforma di Crowdfunding una raccolta fondi e ricevette immediata solidarietà. In questo modo riuscì a far fronte alla spesa” (per approfondimenti 3283897918 o chiara_taliano@hotmail.com).