E’ dei giorni scorsi la notizia che il progetto dell’Ato4 Cuneese, presentato sui fondi Pnrr, non è stato finanziato per mancanza dei requisiti di ammissibilità.
Comprendo bene che la coincidenza con la campagna elettorale spinga alcuni colleghi amministratori e gruppi, comitati e partiti a strumentalizzare la notizia per cercare un po’ di visibilità, ma gli eccessi polemici non aiutano a capire.
Ritengo utile quindi cercare di fare un po’ di chiarezza. Intanto l’Ato4 Cuneese non ha perso milioni di euro come dicono alcune di queste critiche strumentali. Su circa 180 domande presentate ne sono state accolte 21, quindi è più corretto dire che non siamo stati finanziati. Non è questione solo nominalistica, ma trattandosi di bandi non c’è ovviamente nessuna garanzia di finanziamento. È utile ricordarlo e ristabilire la prima verità oggettiva.
In seconda battuta l’Ato non è proprietà esclusiva del presidente protempore, ma un ente assembleare, composto da molti amministratori che rappresentano tutto il territorio provinciale e che hanno orientamenti politico-culturali variegati, parecchi di loro vicini a chi oggi punta il dito contro l’Ato stesso.
Stando così le cose, sembrerebbe superfluo sottolineare che l’impostazione del progetto non ammesso a finanziamento, finalizzata a coinvolgere l’intero territorio provinciale, è stata decisa all’unanimità dei componenti della Conferenza d’Ambito! Ricordo, a tal proposito, i complimenti del collega di Fossano, la cui appartenenza politica è lontanissima da me, per lo sforzo di armonizzare le differenze gestionali ancora presenti nell’ambito.
Credo sinceramente che abbiamo fatto bene tutti noi conferenzieri, in una provincia dove continuano ad arrivare ricorsi che oggettivamente rallentano il definitivo compimento della consortile pubblica, a tentare di tenere insieme le istanze di tutto il territorio.
La bocciatura su questa finestra del Pnrr sembra dovuta alla parzialità del percorso di definizione della consortile pubblica Cogesi, ma stiamo approfondendo col Ministero per tornare in Conferenza d’Ambito e capire come approcciare la prossima finestra di ottobre.
Ai critici da campagna elettorale dico che non ci sarebbe nulla di più semplice, ma al contempo doloroso, che prendere atto delle indicazioni del Ministero ed escludere le gestioni scadute. Dividere e spaccare un territorio è semplice, più difficile tentare di tenere insieme le differenze e governare la complessità.
Purtroppo tanti pezzi di provincia potrebbero restare senza fondi Pnrr. Ai decisori politici, alle colleghe ed ai colleghi, voglio pertanto ribadire l’opportunità di lasciare l’area vasta fuori dalla campagna elettorale e la necessità, ormai improrogabile, di raggiungere una sintesi efficace e rispettosa della norma in tempi strettissimi.
Il presidente
Mauro Calderoni