Benedetta Parodi: «Qui ripenso agli agnolotti delle zie… e che bello vedere queste eccellenze apprezzate in tutto il mondo»

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A seguire Fabio Ca­ressa dalla platea del teatro di Alba c’era anche la moglie Be­nedetta Pa­rodi, pochi minuti prima protagonista al Festival della Tv di Dogliani. La nota autrice e conduttrice è infatti uno dei volti femminili più apprezzati della tv italiana. Alessandrina di origine, dopo gli esordi a Studio Aperto, ha ottenuto un enorme successo con la rubrica da lei ideata “Cotto e mangiato”. In seguito, su La7, è stata protagonista con “I menù di Be­nedetta” e, nel 2013, ha iniziato la sua avventura con “Bake Off Italia”. Noi di IDEA la abbiamo intervistata.
Benedetta, emozionata per il ritorno nel suo Piemonte?
«Sono alessandrina da parte del papà e albese da parte di mamma: per questo, in Pie­monte, c’è un po’ il mio cuore. Quando capito tra queste colline ripenso a quando, da bambina, venivo a trovare le mie zie che mi coccolavano cucinando gli agnolotti. Pur vivendo a Milano, continuo ad amare sia le Langhe che il Monferrato».
Territori ormai conosciuti in tutto il mondo…
«Provo sempre tanto orgoglio quando vedo che il territorio piemontese ha saputo raccogliere apprezzamenti all’estero. Queste aree riescono a far risaltare al massimo le loro qualità, i loro prodotti di eccellenza, che ormai sono conosciuti in tutto il mondo. Sono sempre molto orgogliosa quando l’Italia mostra oltre confine il proprio valore».
La provincia di Cuneo, in questo senso, è uno scrigno ricco di tesori.
«È tutto fantastico, dal cibo meraviglioso al vino di eccellenza. E poi c’è il panorama, che da solo può appagarti!».
Tutte eccellenze che ispirano racconti unici.
«È vero ed è fondamentale, in chiave turistica, puntare sul racconto dell’eccellenza enogastronomica e paesaggistica. Anche perché, al giorno d’oggi, non esistono più confini, possono arrivare visitatori da qualsiasi parte del mondo».
Nella foto lato: Benedetta Paro­di con il marito Fabio Caressa e Gian­luca Vialli.
In alto, da sinistra: Mauro, Ca­ressa, Prunotto e Sobrero.