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«Guardia di Finanza, siamo un servizio di pubblica utilità»

Al Comando provinciale di Cuneo ora c’è il colonnello Palumbo: «Niente timore o astio, noi dalla parte dei cittadini. Recuperiamo risorse da destinare alla comunità»

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Al servizio del cittadino, sempre. Il Colonnello Mario Palumbo, originario di Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze della Sicurezza Economico Finanziaria, è dallo scorso 29 luglio il nuovo Comandante Provinciale della Guardia di Finanza in Granda: arruolatosi nel Corpo nel 1988, anno d’ingresso all’Accademia di Bergamo, nel corso della sua carriera, ha fatto parte, tra gli altri reparti, dei Nuclei di Polizia Economico Finanzia­ria di Milano, Trieste e Ca­tanzaro e del Comando Re­gionale Lombardia; con il grado di colonnello ha retto i Comandi Provinciali di Vercelli e, negli ultimi tre anni, quello di Trento.

Comandante Palumbo, partiamo proprio dal triennio trentino. Come valuta questa esperienza?
«I tre anni vissuti a Trento sono stati fortemente condizionati dalla pandemia, che ha messo in forte difficoltà sia tutta l’attività economica dell’area, sia il lavoro del presidio della Guardia di Finanza. Il Coronavirus ha colpito anche gli appartenenti al nostro Corpo ed ha inciso sulle nostre attività, soprattutto nella prima fase, durante la quale nessuno sapeva come difendersi con efficacia. Bisogna anche considerare che, soprattutto nelle prime settimane, i membri delle forze dell’ordine erano gli unici a potersi muovere sul territorio. Tutto il nostro lavoro ne ha risentito, anche a causa delle continue disposizioni normative ma, fortunatamente seppur attraverso diverse fasi, a piccoli step è stato possibile riprendere, parallelamente alla volontà, tra l’altro, delle stesse imprese. Nel complesso, pur vivendo l’epoca Covid, quella di Trento è stata un’esperienza molto valida, arricchente, in un territorio fertile dal punto di vista economico, una provincia, stretta fra Verona e Brescia, molto performante e che vive la stagione turistica, praticamente, per tutto l’anno, vero motore e volano che traina tutta l’economia. Naturalmente, in una zona così dinamica sono diversi i fenomeni da attenzionare, che abbiamo perseguito in modo chirurgico».

Ora Cuneo, dopo il passaggio del testimone con il Co­mandante Luca Albertario…

«Eredito una serie di attività che ci danno l’idea di come ci sia lo spazio per il nostro lavoro, nell’ambito del sommerso, dei danni erariali e fiscali. Però, devo dire, che la Provincia Granda mi ha colpito per la sua economia valida, forse poco pubblicizzata, ma con tanti indicatori positivi, come confermato dall’ultimo rapporto di Confindustria. Un tessuto importante, in un territorio anch’esso fertile, effervescente, con alcune note apicalità industriali che valorizzano tutto il contesto sociale».

Quali impressioni si è fatto, in queste prime settimane, dei cuneesi, popolo peculiare, forse unico?

«Voglio essere una voce fuori dal coro: se l’educazione, la gentilezza e la generosità che ho finora riscontrato sono sintomo di particolarità, ben venga la cuneesità. L’impatto è davvero stato molto positivo con la popolazione, non solo per il ruolo che ricopro, in vesti ufficiali, ma soprattutto come privato cittadino».

È approdato in Granda da poco più di un mese e, tra l’altro, in piena estate. È già riuscito a confrontarsi con le istituzioni?
«Abbiamo partecipato a diversi incontri in Prefettura, nell’ambito della sicurezza pubblica, per definire e sottolineare le situazioni da tenere sotto controllo, come, quella qui molto sentita, attorno al Movicentro, ed altre emergenze locali. E poi, i primi colloqui con i rappresentanti di Confindustria e Camera di Commercio, in cui ho percepito l’orgoglio imprenditoriale di questa provincia. La mia intenzione, per il prossimo futuro, con la fine dell’estate, è di stringere i rapporti con le associazioni di categoria, i professionisti, i consumatori, tutti gli interlocutori. In generale, comunque, c’è stato ascolto e disponibilità al confronto, in un bel quadro di insieme: dal canto mio, proverò sempre a dare il mio apporto».

Uomini, mezzi e forze: di che Comando potrà disporre?

«Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, è calibrato, per gli obiettivi da perseguire, con le risorse di cui disponiamo. Una rete non così capillare, ma che ci rende presente in tutto il territorio della provincia, che è grandissima».

Vuole lasciare un messaggio alla popolazione della Gran­da, ai suoi nuovi concittadini?
«Ci tengo fortemente a sottolineare che l’istituzione Guardia di Finanza è statale e, in quanto tale, è al servizio dello Stato. Noi finanzieri siamo servitori dello Stato e della comunità: le nostre operazioni permettono di recuperare risorse, da destinare per garantire migliori servizi al cittadino, in quanto a scuole, giustizia, trasporti, ospedali. Non ci deve, quindi, essere timore o astio nei nostri confronti: quello della Guardia di Finanza, è un vero e proprio servizio di pubblica utilità».